Se fino a qualche giorno fa si guardava alla settimana prossima con un po’ di curiosità e soprattutto con la preoccupazione, stante ormai l’avvicinarsi alla metà del mese di marzo, per una ipotetica ondata di gelo che non escludeva la neve a quote di pianura, ci hanno pensato gli ultimi calcoli a smentire bruscamente tali possibilità ora relegate ai paesi dell’est, Ucraina purtroppo compresa.

A chiarire il perdurare di quello che sembra invece l’ennesimo periodo siccitoso sul nostro territorio è il meteorologo AMPRO Marco Rabito: “Per la prossima settimana avremo sì temperature leggermente sottomedia con minime anche di qualche grado sotto lo zero, ma non si intravede alcuna possibilità di precipitazioni degne di nota almeno sino alla metà del mese, questo a causa di un blocco dovuto ad un regime di alta pressione che affonda le sue radici nel Mediteranneo e che si espanderà sino all’Europa centrale. Gli ultimi fenomeni, parliamo di 40 o 50 millimetri a seconda della zona – prosegue Rabito – li abbiamo registrati a febbraio: in un solo episodio è stata quindi colmata la media mensile del precipitato, un dato che da solo deve far riflettere se si considera che sino a qualche tempo fa per giungere a questo risultato servivano almeno quattro o cinque episodi di instabilità”.

Inevitabile una riflessione finale non solo sulle conseguenze di un protrarsi del secco che ormai assieme a eventi di forte maltempo sembrano diventati gli effetti collaterali assodati del cambiamento climatico, ma anche sulla necessità di prevedere delle contromisure: “Dobbiamo cominciare a considerare come preservare l’acqua. Penso a quei bacini che sono ora di laminazione” – afferma il Presidente di Meteo in Veneto – “utili a proteggere le nostre città da eventuali piene, guardando al futuro li immaginerei anche come punti di ricarica delle falde e penserei di crearne altri. Penso a quello ipotizzato a Meda di Velo D’Astico piuttosto che a quello definito in comune di Sandrigo. Un ragionamento, ponderato e per tempo, va fatto: immagazzinare l’acqua quando c’è e utilizzarla quando manca. Pensarci domani è già tardi”.

M.Z.

 

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