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Massacra di botte la madre 88enne e la sorella. Torna in carcere

Una vita d’inferno per una madre 88enne, tra botte e minacce. A picchiarla il figlio 49enne. Un’escalation di violenza, tra le mura di casa, che non avrebbe risparmiato nemmeno la sorella 57 enne. Una storia fatta di pugni ed insulti, che vede finire in carcere R.D. di Bressanvido.

A fermarlo questa notte i carabinieri della Stazione di Sandrigo, inviati dalla centrale operativa di Thiene poco dopo mezzanotte. A chiamarli, disperata, la sorella. Di fronte a loro la scena del 49enne in preda ai fumi dell’alcol, che rompeva tutto quello che trovava in casa, cercando di colpire le due donne.

Una storia di violenza familiare, non nuova per queste due donne, finite più volte al pronto soccorso. Madre e figlia, vittime di un aguzzino che le avrebbe considerate alla stregua di un pungiball.Un odio, a quanto pare, cresciuto nel tempo nei confronti della sorella. La sua ‘colpa’ avergli fatto fare tre anni di carcere. Quando nel 2015 finì dietro le sbarre di una cella, sempre per le stesse botte.

Una storia drammatica, scandita negli anni tra soprusi, fisici e psicologici,  sevizie ed alcol. Quello che l’uomo beveva ogni santo giorno, inveendo contro le due donne chiedendo anche soldi.

Nessuna pietà in lui, a quanto pare, nemmeno per colei che lo aveva messo al mondo. Nemmeno di fronte alla fragilità della propria mamma. Nemmeno di fronte ai suoi 88 anni, e al suo viso solcato di rughe. Spintonandola e colpendola a manrovesci. Stesso trattamento lo avrebbe riservato anche alla sorella, anche quando cercava di fare scudo col proprio corpo all’anziana madre.

Una violenza alla quale avevano cercato di sottrarsi rivolgendosi ai carabineri, denunciandolo ancora nel 2015. Un grido d’aiuto che in Procura aveva fatto aprire un fascicolo per maltrattamenti in famiglia. Con indagini molto delicate, condotte dai militari dell’Arma, ricostruendo l’orrore a cui madre e figlia erano costrette. Un’attività investigativa che portò il giudice ad ordinare al 49enne di non avvicinarsi alle due donne. Oltre all’obbligo di non mettere piede nella casa di famiglia, dove i tre vivevano assieme, oltre ad un altro fratello. Infischiandose del divieto, e continuando ad alzare le mani in casa, l’uomo venne portato in carcere, da dove era uscito nel 2018.

L’uomo, per il quale il divieto di avvicinamento era ancora valido, è stato ammanettato dai carabinieri  della Stazione di Sandrigo e portato al carcere di Vicenza, dando esecuzione all’ordine di custodia cautelare emesso dal giudice, su richiesta della Procura.

Paola Viero