di Natalia Bandiera
Ancora una volta la salute mentale alla base di un fatto di cronaca che si fa fatica a credere che sia accaduto a due passi da noi. La quarantenne che ieri ha tentato di uccidere il figlio che non aveva ancora due anni è uno dei tanti casi in cui si deve arrivare ad una tragedia sfiorata per far comprendere alle istituzioni quanto sia necessario non abbandonare chi purtroppo, subisce sorti di “non normalità”. La malattia di un figlio è qualcosa di devastante. Un terremoto mentale, la fine di una parte di te che non si riprenderà mai. Il piccolo era malato dalla nascita e chissà quali dolori logoravano questa madre, che non aveva la forza di guardare il futuro con l’ottimismo che si dovrebbe avere con il giusto supporto psicologico in casi come quello della famiglia di Marano Vicentino. Chissà quanta disperazione logorava la mente di questa donna fragile e chi siamo noi per giudicarla? Solo chi ha vissuto e vive certi traumi, come la malattia di un figlio e la durissima convivenza con questa, può comprendere quel vedere la morte come una sorta di liberazione, se non hai la promessa da parte di chi dovrebbe assisterti e proteggerti istituzionalmente, che non sarai mai lasciato solo. Ha avuto questa donna che ora si trova agli arresti per tentato omicidio questo tipo di aiuto?
Il sindaco Marco Guzzonato in queste ore ha rilasciato ai media delle dichiarazioni che fanno capire che si tratta di un caso molto delicato, di una concittadina già in carico ai Servizi Sociali e alla Salute Mentale dell’Ulss 7. Si descrive una donna fragile, ma chi non lo sarebbe dinanzi alla diagnosi di una malattia del tuo bambino, che ogni volta che guardi, vedi come un “condannato alla diversità”? E’ stato fatto un percorso di parent training? “Il parent training è una tecnica di intervento che ha lo scopo di insegnare ai genitori quelle abilità necessarie per contrastare situazioni familiari problematiche”. Per insegnare loro come convivere con la malattia di un figlio, “croci” che stravolgono vite e intere famiglie. “Croci” che durano una vita. Qualcosa che dovrebbe essere scontato dopo la diagnosi della malattia di un figlio piccolo da parte delle Istituzioni.
La notizia del tentato omicidio avvenuto a Marano ha scosso tutto l’Alto Vicentino. Sono molte le riflessioni che stiamo ricevendo in queste ore in redazione da parte di genitori provati da una notizia che fa riflettere non poco. Non mancano i giudizi spietati nei confronti di questa mamma, ma la maggior parte esprimono quella pietà umana, che si dovrebbe provare in casi che non si conoscono e che impattano in menti che vengono triturate fino allo sfinimento.
Questa mattina, anche la nota stampa del deputato leghista Erik Pretto, che ha rivolto parole toccanti nei confronti di questa famiglia che risiede nel suo stesso paese.
“Quanto avvenuto a Marano Vicentino, dove una mamma ha tentato di annegare il suo bambino di quasi due anni, lascia tutti noi sgomenti ed attoniti. Simili accadimenti appaiono inspiegabili ai nostri occhi, e ci impongono una profonda riflessione, che auspico possa condurre l’intera comunità maranese a stringersi attorno a questa famiglia che oggi vive un momento drammatico, senza giudicare ma dimostrando sincera vicinanza e dando prova di tutta la solidarietà che da sempre la contraddistingue. Ringrazio sentitamente i militari dell’Arma dei Carabinieri di Thiene per il loro tempestivo e provvidenziale intervento che, evitando la tragedia, ha salvato la giovane vita: sapere che la sicurezza del nostro territorio è affidata a donne e uomini di tale professionalità è per noi motivo di rassicurazione e conforto”.
Marano V.no. “Uccido mio figlio”. Carabinieri salvano bimbo di 2 anni