A Rossana Trescaroli, scledense, 52 anni, impiegata fiscale la vita è cambiata. La sua forza l’ha trovata dopo aver toccato il fondo emotivo, che una truffa affettiva provoca. ‘Quando si parla di questo tipo di raggiri tutti si sentono come se a loro non potesse capitare, anche io lo pensavo, ma dietro questi uomini che ti chiedono l’amicizia su facebook, che sanno corteggiarti in maniera perfetta fino a farti sentire amata e desiderata nonostante la virtualità, ci sono dei professionisti del crimine, gruppi organizzati di cui fanno parte anche delle donne che sanno come comunicare con altre donne’.
La storia di Rosanna è la fotocopia di tantissime altre denunciate da donne di tutta l’età. Della cosiddetta ‘truffa affettiva’ ne parlano ormai da anni noti programmi Rai come Chi l’ha Visto, Mi Manda Rai tre e i Fatti Vostri, che hanno raccontato i drammi di donne e uomini finiti nella rete di questi straordinari amanti virtuali, che sanno farti perdere la testa, fino a farti infatuare al punto che qualcuno ha spillato alla vittima di turno molti soldi. Vittime che sono arrivate a prosciugare i loro conti e persino quelli dei figli, indebitandosi fino al collo.
Rosanna ha reagito al trauma della sua esperienza al contrario di molte donne, che per pudore e per vergogna, non denunciano nemmeno, trincerandosi in un dolore ed un disagio silenzioso, ma protetto dal giudizio a volte spietato di chi emette sentenze solo perchè quell’orrore non è capitato a lui o a lei. Lei si è subito iscritta ad un’associazione, che l’ha aiutata dal punto di vista psicologico e adesso, aiutare gli altri è diventata la sua mission. Ha scritto addirittura un libro, che parla di quello che ha vissuto, del trauma del raggiro, della truffa, che ti azzera l’autostima, che ti indebolisce come donna, fino a stravolgerti l’esistenza. Di uno stupro emozionale, che non guarisce mai, se non ti affidi ad un professionista esperto in materia.
La storia di Rossana
Rossana non era una donna ‘fragile’ quando nel 2020 è stata adescata su Instagram da un certo Roberto, che si è presentato come un vedovo con due figli bisognoso di affetto. Dalla chat dei social, Rossana e Roberto iniziano a scriversi su whatsapp, nonostante la diffidenza iniziale di Rossana, che non è certo una donna sprovveduta. Ma stava vivendo un momento di fragilità, con una relazione che non la faceva sentire desiderata ed una figlia adolescente. Roberto si insinua nella vita di Rossana, le dice di amarla, di desiderarla, di volerla accanto per la vita, di volerla scegliere come madre dei suoi figli. Rossana inizia a sentirsi dipendente da Roberto, francese, agente di commercio, almeno così si descriveva.
Quindi la prima richiesta di denaro: 500 euro per la festa della figlioletta. Rossana non abbocca. Poi, durante il lockdown Roberto confida a Rossana di avere solo 50 euro in tasca. ‘ Ho pochi soldi in tasca, per fortuna, ho te e il nostro amore’. Rossana cede e gli invia su un conto francese la somma di 200 euro. Poi, gli chiederà una ricarica telefonica da 50 euro, arrivando alla somma di 250 euro a settimana. Rossana lo smaschera, facendo delle ricerche su internet, per scoprire che quella foto non appartiene ad alcun Roberto, ma è di un imprenditore, a cui hanno rubato l’identità. Le crolla il mondo addosso perchè nel frattempo era diventata dipendente affettivamente da colui che scopre essere solo un furfante, un truffatore seriale. Rossana trova aiuto nell’associazione Acta di cui è diventata responsabile per il Triveneto. E’ lì che scopre che quello che è accaduto è successo a tante altre donne a cui è stata strappata l’anima e se lei è stata forte a riprendersi, ci sono state vittime sole, anziane, vedove, separate dopo l’abbandono, che non si sono mai più riprese.
Rossana, ci parli del suo libro e perchè ha sentito il bisogno di scriverlo?
Avevo iniziato a scrivere un diario dove sfogare tutte le emozioni conseguenziali alla truffa affettiva, che io chiamo stupro emozionale perchè ti violentano l’anima. Poi, ho deciso di scrivere un libro per raccontare la mia storia e metterla a disposizione di chi non conosce questi criminali. Se io avessi saputo di queste truffe non ci sarei cascata e ora il mio impegno sociale è quello di mettere in guardia le donne, affinchè non cadano nella rete di questi delinquenti, che sono ben organizzati e al di là dei soldi che ti spillano, ti lasciano un male che convivrà con te per sempre. Occorre essere aiutati da psicologi e persone specializzate e non è per tutti così semplice.
Quante storie di questo tipo hai conosciuto tramite l’associazione?
Tantissime e molto drammatiche: a molte donne sono state sottratte somme ingenti, anche 200mila euro. Costrette a fare mutui, a chiedere prestiti, persone rovinate da questi abili furfanti che sanno manipolare le menti. a volte, dietro ad un profilo fake ci sono 5/6 persone, con psicologi e criminali furbissimi.
Una storia a lieto fine, invece?
Quella di un marito, che ha aiutato la moglie ad uscire dalla dipendenza affettiva che lega il truffatore alla sua vittima. Un atto d’amore, che non tutti gli uomini sono capaci di fare perchè vivono quello che accade al partner come un tradimento.
Spesso, quando si parla di truffe romantiche, scatta subito il giudizio di chi crede che a lui non possa capitare…
Lo so, anche io pensavo che a me non potesse accadere. Non bisogna giudicare questi drammi, anzi, quando giudichi, induci la vittima a non denunciare il suo aguzzino perchè questa, per paura di fare la figura dell’ingenua si chiude nel silenzio, che diventa complice di questi gruppi criminali, che invece, vanno scovati e puniti.
Rossana Trescaroli, in questi giorni, ha ricevuto il plauso del governatore del Veneto Luca Zaia, per il suo impegno all’interno dell’associazione Acta e per aver messo a disposizione della collettività la propria drammatica esperienza personale.
Natalia Bandiera