“La tragedia della Marmolada impone di ricordare i morti e unirci tutte alle famiglie di chi non c’è più. Le montagne sono fragili e vi è bisogno di una attenta riflessione sull’accesso e sulla fruizione al tempo del cambiamento climatico. Con il permafrost che si scioglie e i distacchi di roccia che sono sempre più frequenti, non basta raccomandare prudenza quando si fanno escursioni sotto i saracchi. Occorre ragionare sulle regole. Se le regole che ci sono, siano o meno adeguate.

‘Come si è sempre fatto’, come si è sempre andato in montagna, non funziona più. Vanno messi precisi limiti e anche restrizioni alla fruizione. In certe aree complesse, in certi periodi dell’anno, non si va. E non si può andare. Se la montagna non è un parco giochi, e Uncem da sempre crede non lo sia, mettiamo delle regole. E limiti chiari”. Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

“Dello stato precario dei ghiacciai si parla da tempo, tuttavia si fanno osservazioni di carattere generale sul cambiamento climatico. Ma dobbiamo pur ricordarci che le nostre montagne sono a loro volte state scolpite dal dissesto idrogeologico”.  Ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia.

Certamente “dobbiamo fare di tutto perché ciò non accada più. Gli esperti si esprimeranno. Resto personalmente convinto che sia necessario affinare il sistema di monitoraggio per essere nelle condizioni di impedire l’accesso al ghiacciaio quando le condizioni non lo consentono. Un po’ come succede con la bandiera rossa al mare”.

Ora, però, il ghiacciaio rimarrà impraticabile a lungo: “I sindaci hanno già emesso l’ordinanza. Penso proprio che la risalita in autonomia non sarà possibile finché non ci sarà la certezza della sicurezza”. L’altro giorno “sul ghiacciaio c’erano 10 gradi – conclude – Adesso ha la dimensione che dovrebbe avere a fine settembre. È tre mesi avanti”.

 

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