Dopo l’assassinio di Giulia Cecchettin, il comando generale dei carabinieri ha emesso e inviato a tutti i comandi e alle stazioni del territorio una circolare con indicazioni operative per contrastare la violenza di genere e assicurare interventi tempestivi.
In caso di segnalazioni di “episodi di maltrattamenti, violenze e atti persecutori nei confronti di vittime vulnerabili”, si legge infatti nella nota con data 29 novembre, firmata dal generale Arturo Guarino, capo del secondo reparto del comando generale dell’Arma, è fondamentale “un’accurata e tempestiva gestione degli interventi”: ogni segnalazione deve essere “gestita, fin dal primo momento, con la massima attenzione, con adeguata sensibilità e nella piena osservanza delle procedure stabilite”.
La sera di sabato 11 novembre al 112, alle 23.18, era arrivata una telefonata da un vicino di casa dei Cecchettin, a Vigonovo, che aveva udito le urla di una ragazza, poi risultata essere Giulia, nel parcheggio vicino, a cui non era seguito l’arrivo di alcuna pattuglia. Uscita la notizia, il comando dell’Arma aveva spiegato che, mentre l’operatore della centrale riceveva la segnalazione, era arrivata un’ulteriore richiesta di intervento per una rissa all’interno di un bar, con l’invio sul posto di un’auto, e che nelle stesse circostanze di tempo l’altra autoradio disponibile era stata già impegnata per una lite accorsa a seguito di incidente stradale. Non solo: il testimone, spiegò l’Arma, disse che i due si erano allontanati e che non era in grado di indicare il numero di targa dell’auto.
La circolare chiede dunque nella sostanza un rafforzamento dell’attenzione sul tema e indica di gestire ogni segnalazione di violenza di genere “fin dal primo momento, con la massima attenzione, con adeguata sensibilità e nella piena osservanza delle procedure stabilite”. Oltre all’ “importanza” di una tempestiva e accurata gestione degli interventi, si richiamano i comandi a mettere in campo “iniziative finalizzate alla ricerca di eventuali persone scomparse o autori di condotte violente, nonché delle attività di polizia giudiziaria da svolgere, nell’immediatezza dell’acquisizione delle notizie e indipendentemente dalla formalizzazione della denuncia”.
In particolare, è l’invito rivolto dal comando generale a tutte le stazioni sul territorio, è necessario “istruire il personale dipendente affinché ciascuna segnalazione” venga gestita con la massima attenzione “fin dal primo momento” e fare in modo che “determini sempre” sia “l’invio sul posto di una pattuglia per contattare il segnalante (vittima, testimone, persona informata) e acquisire elementi utili a delineare un primo quadro di situazione” da riferire ai superiori, sia “l’attivazione dei reparti territorialmente competenti”, anche “ricorrendo ai militari ‘reperibili’.
Un punto che trova la reazione critica del sindacato Usmia: “La reperibilità ad oggi, pagata poco più di cinque euro, vale solo in caso di calamità naturali. Se non vi sono forze disponibili e se la carenza organica conseguente ai tagli degli ultimi anni che hanno interessato soprattutto l’Arma dei Carabinieri non ci consentono di dare risposte efficaci alla richiesta di sicurezza dei cittadini, tutto ciò non può ulteriormente gravare sui militari in servizio, senza, quantomeno, retribuirlo adeguatamente”.