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Isola. Pestaggio a fra Germano: individuati. C’è un ricercato

Un’indagine “vecchio stampo”, fatta di servizi di pedinamento e appostamenti  oltre al supporto di una ‘cimice’ piazzata nel posto giusto.
Hanno finalmente un volto ed un nome i responsabili della spietata rapina, messa a segno diverse settimane fa ai danni del noto frate di Isola Vicentina, il 90enne fra Germano.

I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Schio hanno denunciato B.H. 43 anni, marocchino regolare in Italia, senza fissa dimora ma legato sentimentalmente ad una connazionale che, da quanto trapela dalle indagini, conosceva bene l’anziano religioso.
E’ stato pronto seguendo le mosse di quest’ultima che i militari del Maggiore Vincenzo Gardin sono riusciti a chiudere il cerchio attorno all’inquietante notizia di cronaca che aveva destabilizzato tutta Italia.
Come si ricorderà nel mese di novembre, fra Germano venne affrontato da due malviventi, di cui uno è ‘uccel di bosco’, ma è già stato individuato, venendo rapinato di un centinaio di euro.
L’anziano venne picchiato senza pietà dai due delinquenti che, pur di arraffare i proventi della vendita a domicilio della frutta e verdura destinati ai poveri del paese, lo colpirono con calci, pugni e schiaffi.
Fra Germano venne soccorso da alcuni residenti di Isola mentre si trovava nei pressi del garage dove aveva parcheggiato la propria Piaggio Ape.
Una vile aggressione che fece insorgere l’intera comunità, col sindaco Francesco Gonzo in testa.

Le indagini
A trovare fra Germano al capezzale del letto d’ospedale, nel quale è stato a lungo ricoverato, oltre ad una sfilza di conoscenti, anche giornalisti da fuori Veneto ed il comandante provinciale dell’Arma di Vicenza il colonnello Alberto Santini.
L’alto ufficiale, tenendo la mano di fra Germano gli promise giustizia e dopo poco più di due mesi da quel fatto orribile, i suoi militari hanno ricostruito la vicenda.

Il frate del  ‘Convento dei Servi di Maria’,  sarebbe stato adocchiato dai due nordafricani, che ne seguirono i movimenti per giorni. Approfittando del suo rientro da solo, lo bloccarono per portare a termine il loro piano criminale.
Gli investigatori capirono subito che non poteva trattarsi di gente del posto, ma che la vittima non era stata selezionata a caso.
La compagna di B.H. frequentava il ricovero per poveri, a cui il novantenne religioso dedicava tutte le sue forze, racimolando offerte e guadagni di frutta e verdura.
Grazie alla microspia i carabinieri sono riusciti a risalire al marocchino che, in seguito al clamore mediatico sollevato dopo la brutale aggressione, aveva deciso di tagliare la corda.

Il 43enne avrebbe prima trovato rifugio da un connazionale a Padova, poi ha deciso addirittura di espatriare per fare perdere le proprie tracce. Forse pensava pure di averla fatta franca, trovando riparo da alcuni amici in Francia, quando i carabinieri di Schio lo hanno scovato in collaborazione coi colleghi del posto.
Adesso la missione dei militari è quella di rintracciare il complice, che potrebbe avere le ore contate.

di Redazione AltovicentinOnline