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In un anno in Veneto, il Soccorso Alpino ha effettuato ben 1.048 interventi. Il vademecum per escursioni senza rischi

Il vademecum per escursioni senza rischi di Sfantà è già virale: oltre 350 persone lo hanno scaricato nelle prime 3 giornate di lancio. Dai recenti e numerosi fatti di cronaca emerge quanto la sicurezza in montagna sia davvero importante e urgente. L’associazione Sfantà è nata per sensibilizzare su questo tema, ha lanciato la sua prima mini guida, semplice e accessibile, con 9 preziosi e importanti consigli e accorgimenti per informare chi decide di intraprendere escursioni in montagna o all’aperto. Il vademecum, di facile e immediata lettura, è illustrato dalla pordenonese Ilaria Piccinin ed è pensato proprio per tenerlo in tasca o nello zaino. Tra i suggerimenti, ad esempio, quello di portare con sé il cellulare e attivare GPS e app di tracciamento, utili per le ricerche da parte dei soccorsi. L’associazione senza scopo di lucro Sfantà è stata costituita alcuni mesi fa dalle amiche e dagli amici di Federico Lugato, il 39enne di Trivignano (Venezia), residente a Milano, trovato senza vita nel settembre 2021 in Val di Zoldo (Belluno) dopo 19 giorni di ricerche. Quali sono gli obiettivi dell’associazione? Promuovere attività e sensibilizzare sui temi della sicurezza nella natura, in particolare nelle escursioni in montagna, supportare la ricerca di persone disperse con l’aiuto delle tecnologie e della comunicazione, facendo tesoro dell’esperienza maturata durante le ricerche di Lugato. La situazione, purtroppo, è preoccupante e urgente, lo dicono anche i dati: in Italia nel 2020 si sono verificati oltre 10mila incidenti in montagna, in cui hanno perso la vita più di 450 persone (dati Cnsas) e nel 2021, nel solo Veneto, il Soccorso Alpino ha effettuato ben 1.048 interventi. Numeri che anche nel 2022 non sembrano diminuire.

“Con la bella stagione, in estate soprattutto, molte persone intraprendono escursioni in montagna, in luoghi magnifici che donano tanto ma che molto spesso, purtroppo, non sono privi di pericoli”, commenta la presidente di Sfantà, Elena Panciera, che prosegue: “Noi vogliamo che ogni persona si goda la montagna in sicurezza e possa tornare a casa per cena. Abbiamo pensato così, come prima azione concreta dell’associazione, di creare questo vademecum con l’obiettivo di diminuire il numero di persone disperse e di accorciare le tempistiche delle ricerche: sarebbe importante anche anche solo di qualche ora”. Cosa può fare dunque chi scarica il vademecum? Dopo aver letto i pochi ma importanti consigli, a titolo di promemoria, può stamparne una copia per portarla con sé durante l’escursione, oppure conservare il file digitale nel proprio smartphone. Ma anche aiutare a diffonderlo il più possibile stampando alcune copie per lasciarle in luoghi frequentati da persone che fanno passeggiate ed escursioni, come rifugi, negozi di sport, bar e ristoranti, supermercati, uffici di informazioni turistiche. Le attività di Sfantà, il cui nome deriva da una parola in dialetto zoldano che significa “temporaneamente perso”, non si fermano qui: ha in cantiere numerosi progetti e cerca volontarie e volontari che aiutino a realizzarli. Chiunque può aderire e collaborare: sul sito web www.sfanta.it in pochi clic si può entrare a far parte dell’associazione e dare una mano.