Continua ad aumentare il numero di ricoverati per Covid in Veneto. Oggi sono infatti 349 in area medica, ben 22 in più di ieri, a cui vanno aggiunti i 62 ricoverati in terapia intensiva (quattro in meno rispetto a ieri). I decessi registrati nelle ultime 24 ore sono sei, mentre i nuovi casi di positività sono 1.435 a fronte di 85.207 tamponi, di cui 21.472 molecolari e 63.735 antigenici. I soggetti attualmente positivi sono 17.648. Aumenta invece lentamente il numero di soggetti vaccinati. Ieri sono state somministrate 14.907 dosi, di cui 10.232 erano terze dosi. Le prime dosi sono state 1.207, mentre le seconde 3.468.
Rapporto Agenas nelle terapie intensive italiana
Anche l’Italia, come molti altri Paesi europei, fa registrare una crescita del numero dei casi di positvità al Covid-19. Al momento tutte le nostre regioni rimangono in zona bianca ma alcune potrebbero presto tornare a tingersi di giallo. È il caso, ad esempio, del Friuli-Venezia Giulia, sotto la lente di ingradimento anche per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto in ospedale, sia nei reparti ordinari, sia in quelli di terapia intensiva. L’occupazione dei posti letto all’interno dei nosocomi rappresenta, infatti, uno dei parametri, che determinano l’eventuale passaggio in una fascia di rischio più alta e, di conseguenza, il cambio del proprio colore: per la terapia intensiva la soglia critica è 10%, percentuale che sale al 15%per quanto riguarda i reparti ordinari. Secondo gli ultimi dati aggionati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), la situazione peggiore si registra, dunque, in Friuli-Venezia Giulia, dove la percentuale di ricoverati positivi in terapia intensiva rispetto ai posti disponibili è del 14%. Una percentuale che scende al 13% nei reparti ordinari. Sul secondo gradino del podio di questa non invidiabile classifica ci sono le Marche, dove le terapie intensive sono occupate al 10% e i reparti ordinari al 7%. Non va meglio nemmeno nella provincia autonoma di Bolzano, dove l’occupazione delle terapie intensive è pari al 9% e quella nei reparti ordinari si attesta al 14%.
‘Cucchiaio di legno’ per il Lazio, dove sono occupate all’8% le terapie intensive e al 9% i reparti ordinari. A seguire l’Abruzzo, regione che fa registrare il 7% sul fronte delle occupazioni delle terapie intensive ed il 6% nell’ambito dei reparti ordinari. Reparti di terapia intensive occupati al 6% e reparti ordinari al 12% in Calabria, mentre in Umbria le terapie intensive ed i reparti ordinari sono occupati al 6%. Stessa percentuale per l’occupazione posti letto nelle terapie intensive del Veneto e della Toscana, dove i reparti ordinari sono occupati al 5%. Secondo i dati di Agenas, le terapie intensive in Sicilia registrano una percentuale di occupazione pari al 5% e i reparti ordinari al 10%. Se in Liguria le terapie intensive sono occupate al 5% e i reparti ordinari al 6%, in Emilia-Romagna i reparti di terapia intensiva ed i reparti ordinari sono occupati al 5%. Scendendo in Campania le terapie intensive sono occupate al 4% e i reparti ordinari al 9%, mentre in Puglia le terapie intensive fanno registrare un tasso di occupazione pari al 4% e i reparti ordinari al 6%. Sono invece occupati al 4% i reparti di terapia intensive ed al 5% quelli ordinari nella provincia autonoma di Trento, mentre analizzando i dati della Sardegna emerge che le terapie intensive sono occupate al 4% e i reparti ordinari al 3%. Percentuali di occupazione del 3% e dell’8% per quanto riguarda, rispettivamente, le terapie intensive ed i reparti ordinari della Valle d’Aosta e della Lombardia. In Piemonte le terapie intensive registrano un’occupazione del 3%, percentuale che sale al 5% se si considerano i reparti ordinari. Terapie intensive occupate al 3% e reparti ordinari all’1% in Molise, mentre in Basilicata le intensive sono occupate all’1% ed i reparti ordinari raggiungono quota 7%