Il pm chiede 30 anni di galera per Angelo Lavarra, la guardia giurata che ha confessato di aver ucciso l’ex moglie Anna Filomena Barretta, 42, nascondendo il cadavere sotto il letto di casa a Marano Vicentino, per dare l’allarme solo il giorno seguente. Era il 20 novembre 2018 e chiamando i carabinieri, raccontò loro che la moglie, da cui si era separato, impiegata del Carrefour e madre delle sue due bambine si era suicidata: che aveva afferrato la sua pistola e si era sparata .
‘Le amiche di Anna’ ed il Comune di Marano, che ha dimostrato una sensibilità straordinaria per questo caso, dando vita ad un centro antiviolenze in paese intitolato proprio a lei, hanno seguito per mesi le sorti di quelle che potevano essere le figlie di ogni donna. Vittime innocenti anche loro, come la madre, che ha pagato con la vita il suo volersi separare da un marito che non amava più. La sentenza è prevista per la settimana prossima quando il gup dovrà sentenziare sulla richiesta del pubblico ministero. I legali delle figlie, dei familiari della donna (mamma e fratelli), ma anche il Comune di Marano Vicentino hanno chiesto di potersi costituire parte civile.
Fu così che vennero raccolti gli indizi di colpevolezza che portarono all’arresto del metronotte, accusato di aver ucciso Anna Filomena Baretta con un solo colpo di calibro 9×21. Amici e colleghi del metronotte stentarono a credere che la guardia giurata della Civis, dietro a quell’aspetto e a quel fare da uomo mite, attentissimo alla moglie che dichiarava di amare, nascondesse violenza.
Una violenza, che aveva già accennato in due occasioni, durante i dieci anni di matrimonio. Anna era finita al pronto soccorso nel 2009 e tre anni fa. Scavando nella vita della coppia trapiantata nel Nord Est d’Italia per motivi di lavoro, i militari dell’Arma trovarono i certificati rilasciati dopo le medicazioni al volto di Anna Baretta, l’ultimo al naso per un pugno sferratole dal consorte che diceva di adorarla. In quelle occasioni, lei aveva minimizzato e non aveva denunciato il padre dei suoi figli.
C’è attesa adesso per la sentenza prevista per il mese prossimo.
Paola Viero