Un uomo trasparente, buono e sensibilissimo. Un animo quasi puro. E’ stato descritto così ieri pomeriggio, Carlo Signorini, 37 anni, figlio dell’eurodeputato del Pdl Lia Sartori, che non ha retto durante la funzione religiosa che si è svolta al Duomo. A stringersi attorno a lei le massime autorità venete del Pdl, oltre ad una folla di amici e conoscenti che hanno voluto esprimere la loro vicinanza in un momento tragico che nessun uomo dovrebbe vivere.
Una chiesa gremita di autorità (c’era anche l’onorevole Brunetta) ha dato l’estremo saluto a Carlo, morto per un malore improvviso nel suo appartamento di Zanè. Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso, che ha gettato nel buio del dolore la madre. Lia Sartori nessuno l’aveva vista così come ieri. Avrebbe voluto ricordare ai presenti quel figlio che proteggeva come fosse ancora un bambino, ma non ce l’ha fatta. Le sue parole sono state interrotte dal pianto di una madre che, sebbene forte e potente, diventa niente dinanzi alla sofferenza per la morte di un figlio, strappato alla vita nel fiore dei suoi anni.
Carlo era un uomo ben voluto per le sue doti umane. Un buono, un sincero, quasi un ‘puro’. Chi lo conosceva lo descrive come un sensibile quasi fragile.
‘Carlo se n’è andato, ma ad accoglierlo ci sarà il paradiso perchè ha seminato bene durante la sua vita breve, ma intensa’ – è stato detto durante l’omelia.
di Redazione Thiene on line