Attimi di terrore ieri sul treno Minuetto nella tratta Schio-Vicenza, quando le porte del treno si sono aperte e richiuse in corsa e non alle fermate.

A riportarlo è Mattia Beraldo, un passeggero che insieme ad altri 2 si trovava a bordo del treno.

Un’esperienza che lui stesso definisce ‘surreale’ se non fosse per l’elevato grado di pericolosità che caratterizza un’episodio così’ singolare.

 

‘Io e altre 2 persone siamo saliti sul treno delle 19.09 a Schio e ci siamo seduti nel secondo vagone in coda del Minuetto, un mezzo più moderno e confortevole rispetto ad altri e che di solito si presenta con 2 vagoni comunicanti tra loro – ha spiegato Beraldo – Arrivati alla nostra stazione, Thiene, le porte non si sono aperte. Abbiamo provato tutte e 3 le uscite, ma erano tutte bloccate e in pochi secondi abbiamo superato la nostra fermata. Abbiamo quindi tentato di comunicare con il controllore, che di solito sta in testa al treno e con il macchinista, ma, le 3 trasmittenti d’emergenza erano fuori uso. Siamo quindi arrivati alla stazione successiva, cioè Villaverla, ma anche qui le porte non si sono aperte. Prese un po’ dalla rabbia e un po’ dal panico, alcune persone hanno provato ad azionare la leva che dovrebbe azionare la pedana per i disabili. A questo punto, mentre il treno era in corsa, le porte si sono aperte e ringraziando il Signore si sono chiuse subito.
Arrivati alla seconda stazione dopo quella in cui effettivamente dovevamo scendere le porte si sono aperte. Mi risulta – ha concluso – che su questi tipi di treni le porte vengano aperte e chiuse dal controllore tramite una chiave posta in prossimità della porta in testa al treno’.

Un episodio che si può definire sconcertante e che ha colpito i malcapitati con forza ancora maggiore nel momento in cui hanno esposto il problema al controllore. ‘Una volta scesi – ha commentato Beraldo – abbiamo esposto il problema. Eravamo un’ esagitati per la rabbia e visto l’accaduto e ci saremmo aspettati scuse e comprensione. Invece, il controllore ci ha risposto che le porte erano state aperte. Nemmeno un tentativo di scuse, o di imputazione di colpa a un guasto tecnico’.

Se finora la tratta Schio-Vicenza è balzata all’onore della cronaca per la scomodità dovuta al sovraffollamento e per la mancanza di corse che garantiscano un servizio degno di un paese che si vuole definire ‘civile’, ora le cose si fanno ancora più serie, perché se le porte di un treno che si spalancano mentre il mezzo è in corsa non si può certo dire che i passeggeri possano sentirsi sicuri all’interno del mezzo.

‘La cosa che più mi ha fatto riflettere è la mancanza di sicurezza per i passeggeri – ha concluso Beraldo arrabbiato e deluso – Ho pensato anche che se succede qualcosa, ad esempio un malore, si è completamente abbandonati a sé stessi. Si è stanchi della mancata puntualità dei treni, dell’affollamento, della scomodità e ora devo aggiungere che si dovrà pure preoccupare  della non sicurezza del viaggiatore’.

 

Anna Bianchini

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