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Thiene. Non era un oltraggio alla tomba di Miotto, ma i soliti rom a caccia di rame

Sembra svelato il mistero del danneggiamento della tomba di Matteo Miotto che tanto sdegno ha suscitato in città. Più che un oltraggio alla memoria del cittadino thienese,ritenuto un eroe di guerra, sembra che la causa dell’atto vandalico sia da addebitarsi al tentato furto del rame con cui la statuetta che si trovava sopra la lapide è forgiata. Opera dei ladri, forse rom, visti proprio nelle vicinanze del Comitero. La convinzione degli addetti ai lavori che si tratti di un semplice, si fa per dire, furto di rame, sta nel fatto che anche altre tombe del cimitero thienese sono state visitate dai ladri che se ne sono andati portandosi via vasetti, crocefissi e altri oggetti del prezioso metallo.
“Anche a me, lo stesso giorno in cui è stato scoperto l’oltraggio alla tomba di Miotto – dichiara Ennio Brusaterra, anima e motore della Croce Rossa thienese da sempre – hanno rubato il vaso di rame che conteneva i fiori sulla tomba di mio padre e come a me è successo anche ad altri”.

‘Servono più controlli davanti al cimitero – commenta Marta Carli mentre esce dal Camposanto –  li vediamo spesso i nomadi ronzare qui attorno la sera. E’ diventato pericoloso pure passarci qui davanti’.

‘Anche a mio padre, davanti alla sua tomba, hanno rubato il vaso in rame dove c’erano i fiori – riferisce Carla Sartori – l’ho ricomprato, ma so che continueranno a rubarlo. E’ pazzesco come i ladri non lascino in pace nemmeno i morti, ma con mio marito abbiamo notato spesso la presenza di nomadi davanti al cimitero. Occorre prendere provvedimenti perchè non è accettabile non sentirsi sicuri nemmeno al camposanto’.

Valerio Bassotto

Natalia Bandiera