Qualcuno è entrato per rubare, la scorsa notte. Niente serrature, un lavoretto facile facile: è bastato sollevare un lembo del tendone per intrufolarsi nel gazebo che il Comitato 9 dicembre ha allestito da circa un mese di fronte al Carrefour, nella zona sud di Thiene.
Hanno rubato una decina di chili di caffè macinato e quattro chili di pasta, un coltello e alcuni altri attrezzi che i manifestanti avevano lasciato lì, in quel presidio che è ormai diventato il simbolo visivo della protesta. “Un disperato che ruba ai disperati – commenta Rosè Gaspari, uno dei leader del Comitato 9 dicembre -. Dispiace non tanto per il valore di quel che è stato rubato, si tratterà al massimo di un centinaio di euro. Ma è il valore simbolico che colpisce. Quel caffè, quella pasta, ci era stata regalata da quanto avevano deciso di dare così una mano a sostenere la nostra protesta. E’ come il ladro che va a rubare le elemosine, non perché vogliamo paragonarci alla chiesa, ci mancherebbe, ma è per dire il furto della disperazione, di chi è ridotto alla fame, di chi non ha più speranza. E’ il classico cane che si morde la coda, una battaglia tra poveri. E a mio parere è quel che tra poco capiterà in Italia”.
E’ amareggiato Gaspari, e non lo nasconde. “Certo, avremmo potuto allestire dei turni di sorveglianza, dormire lì, ma credevamo non fosse indispensabile – racconta, di ritorno dalla caserma dei Carabinieri di Thiene, dove si è recato per denunciare il furto -,. Non so ancora se d’ora in poi faremo turni notturni. Ma di sicuro continueremo col nostro presidio e con la nostra protesta. E sempre con il sostegno dei cittadini di Thiene”.
di redazione Thiene on line