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Sei di Thiene se….fioccano le denunce. L’Amministratore: ‘Non ne potevo più’

Era nell’aria, da settimane, forse da mesi e qualcuno non ce l’ha fatta più. Così è passato alle vie di fatto ed ha messo nero su bianco una denuncia in piena regola, che sicuramente servirà a dare una lezione a chi crede che facebook sia poter dire quello che si vuole e insultare liberamente chi si vuole. Nei giorni scorsi, l’amministratore del gruppo “Sei di Thiene se” Maurizio Dal Santo si è recato negli uffici della Polizia Locale per presentare una querela per diffamazione. Lui non ha voluto rilasciare dichiarazioni su chi sia il destinatario di quello che potrebbe essere solo l’inizio di un iter che potrebbe portare la vicenda in un’aula di tribunale.

‘Sarà la magistratura a fare il suo corso – si è limitato a dire telefonicamente, chiedendo riservatezza – non voglio alimentare inutili polemiche. Se ci saranno gli estremi di colpevolezza, la giustizia prenderà dei provvedimenti, confidando che possano servire a fare capire alle persone che facebook non è un contenitore in cui si possa liberamente insultare, denigrare o sbracarsi come al bar, ma è un luogo, pur virtuale, dove ci sono delle regole ben precise’.
Tutto sarebbe nato per le modalità con cui l’amministratore del gruppo Sei di Thiene se che conta oltre 4,5mila iscritti gestisce la pagina facebook. Metodi troppo rigidi per qualcuno, che avrebbe attaccato duramente Maurizio Dal Santo che ora non ci sta più con quello che definisce ‘linciaggio mediatico’.
‘La gente non capisce che da amministratore devo a volte rimuovere dei post che porterebbero la mia persona ad avere conseguenze sui contenuti che troppe volte trascendono da parte di chi scrive senza pensare – spiega Dal Santo – e per questo mi attaccano in maniera dialetticamente pesante, talvolta senza ragione. Ho sempre lasciato correre, ma a tutto c’è un limite e questo limite è stato più volte superato per cui le denunce, purtroppo, si sono rese necessarie’.
In effetti, che qualche discussione abbia preso una piega a volte esagerata, è stato sotto gli occhi di tutti. Basta prendere ad esempio un episodio gravissimo avvenuto un paio di mesi fa, quando una giornalista del Giornale di Vicenza è stata letteralmente massacrata da un gruppo di thienesi solo perchè aveva scritto dell’ennesimo furto di bicicletta subito dall’assessore Gabriella Strinati. Tutto inizia con un post da parte di chi pubblica l’articolo: un normale pezzo giornalistico, tra l’altro ben scritto. Apriti cielo: insulti a manetta alla malcapitata cronista, bersagliata da decine di persone che ne volevano conto e ragione sul perchè era stato scritto un articolo su un amministratore thienese. Parole forti dai toni sprezzanti e vergognosi nei confronti di una brava giornalista che aveva fatto solo il suo lavoro e che, fosse stata più smaliziata, sarebbe entrata nel gruppo a ‘gamba tesa’ e avrebbe spiegato ai ‘leoni da tastiera’, che se rubano una bici ad un assessore è notizia eccome, e l’articolo ci stava tutto.
Ma gli ‘ignoranti del web’ non hanno limite solo perchè hanno facoltà di scrivere ed entrano pure nel merito di una professione che non conoscono e in virtù della loro non competenza, sentenziano, giudicano ed emettono verdetti. E’ ‘Sei di Thiene se’, dove la bolgia ogni giorno invade il gruppo e aizza i rissosi di internet che sembra non abbiano nient’altro da fare tutto il giorno.
La loro missione sembra quella di stare lì a pigiare sul pc per massacrare chi capita loro sotto tiro, a sfogare rancori repressi o frustrazioni di chi magari non ha saputo comunicare per una vita intera e ora, da quando possiede un profilo facebook, si sente una sorta di ‘giustiziere’ con verità assolute racchiuse in quelle parole che scrive sotto qualsiasi post, che si tratti di argomenti di cronaca nera o di medicina. Di cacche di cane o di viabilità.
Uno sfogatoio vivo 24 ore su 24, che rende la vita impossibile agli amministratori dei gruppi, per i quali, moderare, censurare, arginare il fiume in piena di discussioni spesso senza senso, sembra diventato un secondo lavoro.
‘Sei di Thiene se’ non è la vita reale, forse qualcuno non lo ha ben compreso. Non è nemmeno un ring dove fare a botte a suon di parole e toni violenti. Dovrebbe essere un luogo virtuale dove confrontarsi, mettere in campo idee, proporre e suggerire spunti per riflessioni costruttive. ‘Sei di Thiene se’ non è come il poligono, dove si spara sulle teste degli amministratori locali, che forse, dovrebbero riportare la discussione con i loro concittadini nelle sedi opportune, magari in Comune negli orari di ricevimento, ripristinando quei ruoli che sembra che la libertà concessa da internet abbia stravolto.
Natalia Bandiera