E’ un appello a parlarne, a non arrendersi, a continuare a denunciare. Perché lì all’ex cava Vianelle di Marano Vicentino, in via Cappuccini, proprio al confine con Thiene, si sta giocando col fuoco. Lì i rifiuti speciali giorno dopo giorno continuano a essere conferiti proprio sulla testa del più grande lago sotterraneo d’Europa, che rifornisce

d’acqua oltre un milione di persone, fino a Padova. L’appello porta la voce e l’entusiasmo di Enore Marini, presidente del Movimento Salvaguardia Ambiente di Marano Vicentino. “Da anni lottiamo, coinvolgiamo tutte le autorità locali e nazionali, ma nulla cambia – spiega Marini -. In quell’enorme cava, un buco della capacità di oltre tre milioni di metri cubi, ogni giorno prosegue lo sversamento di rifiuti speciali: fanghi di fonderia, prodotti di scarto delle lavorazioni di pietra e vetro, terreni provenienti da siti contaminati. E tutto su una gigantesca falda acquifera”.

L’autorizzazione allo sversamento dei rifiuti speciali nell’ex cava di ghiaia porta la data del 2008. Una successiva concessione, del 2013, è stata bloccata dopo una sentenza del Consiglio di Stato che per una serie di vizi procedurali ha impedito il conferimento di 13 nuovi rifiuti CER (Codice Europeo dei Rifiuti), oltre ai 62 già ammessi. Si tenga presente che di questi 62, ben 37 sono rifiuti che a contatto con altri (sono detti appunto “a specchio”) possono diventare estremamente nocivi.

In questi anni associazioni ambientaliste, amministrazioni comunali e partiti politici si sono fatti in quattro per segnalare quanto accade, denunciare i rischi che stiamo correndo, presentare lettere e esposti a tutte le autorità, dal Presidente della Repubblica all’attuale presidente del Consiglio, alla Procura di Venezia. “Tutti ci dicono che abbiamo ragione – commenta amaro Enore Marini – ma intanto nulla cambia”. E che di rischi concreti si tratti non sono solo gli ambientalisti ad esserne convinti. Scrive il geologo Pier Luigi Marchetto nelle conclusioni della sua relazione redatta nell’agosto del 2012: “Considerata la vulnerabilità fisiografica del sito Vianelle, la pericolosità dei rifiuti stoccati, nonché la probabilità che accada un evento di contaminazione, ed il valore socio-economico del danno, ne deriva una situazione di rischio elevato riferibile alla presenza della discarica”. E prosegue Marchetto: “Non si vede, però, come possa chiamarsi ‘per inerti’ una discarica deputata a ricevere 62 tipologie di rifiuti di cui ben 37 ‘a specchio’.  Appare evidente come un siffatto impianto di stoccaggio permanente, tenuto conto della fragilità ambientale del sito, debba meglio configurarsi come ‘discarica per rifiuti speciali non pericolosi’. In tal caso, il Piano di Adeguamento adottato, soprattutto per quanto riguarda la barriera geologica impermeabile artificiale realizzata, così come è stata allestita (spessore valido per discariche per inerti) deve ritenersi non adeguata in quanto dovrebbe avere uno spessore pari al doppio (D.Lgs 36/2003, Allegato 1, punto 2.4.2.). In sostanza: o la discarica Vianelle attuale può essere deputata a ricevere solo i rifiuti definiti ‘inerti’, oppure, per ricevere i 62 codici CER, di cui 37 ‘a specchio’, (con presenza di fanghi, ceneri, scorie, ecc.) deve essere adeguata alle prescrizioni previste per le discariche per ‘rifiuti speciali non pericolosi’”.

“Non dobbiamo mollare la presa – insiste Enore Marini -, dobbiamo continuare a parlare di questo scempio. E dei rischi enormi che tutto noi corriamo. Non m’interessa che un domani si dica che avevamo ragione, se intanto il danno è stato commesso. Cosa facciamo poi, usiamo le autobotti per rifornire d’acqua un milione di persone? Il mio appello è destinato a tutti i cittadini, a tutte le amministrazioni comunali del territorio. Non possiamo consentire che questa gente ci rubi il territorio”.

di redazione Thiene on line

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia