In queste ore sulle pagine di Facebook gira una fotografia che riporta un manifestino apparso in varie parti della città di Schio. Il testo recita: “carabiniere affitta casa a finti profughi”.
Il comitato di cittadini PrimaNoi che da mesi si sta occupando della questione dei profughi arrivati nel territorio, nel condividere sulla propria pagina Facebook lo scatto fotografico, diffuso inizialmente dal gruppo “Sei di Schio se…”,  spiega che con tutta probabilità il messaggio riguarda i richiedenti asilo ospitati in una villetta sita in Via Pio X a Magré di Schio.
Il portavoce del comitato Alex Cioni racconta di aver incontrato nei mesi scorsi, assieme ad altri componenti del comitato, la famiglia che abita nell’appartamento al piano superiore a dove attualmente vivono i giovani africani.
“Siamo stati contattati dal capo famiglia appena dopo l’arrivo dei sedicenti profughi – spiega Cioni – e sin da subito abbiamo compreso lo stato di preoccupazione dei componenti del nucleo famigliare sopratutto per la presenza di due bambine ancora in tenera età. Ci troviamo in un contesto residenziale particolare -prosegue Cioni- perchè gli spazi aperti sono comuni, quindi non particolarmente adeguati ad accogliere ragazzi giovanissimi di cui si sa poco o nulla ma la cui presenza pregiudica obiettivamente il senso di sicurezza e di tranquillità dell’intera famiglia”. 
PrimaNoi denuncia altresì la direttiva prefettizia che aumenta il numero degli inquilini ospitabili per quei locali adibiti all’accoglienza dei profughi di un ulteriore 20%, contravvenendo alla normativa ministeriale che “i cittadini di serie b -accusano dal comitato- devono rispettare scrupolosamente per non incorrere a sanzioni”. Situazione a quanto pare verificatosi anche nell’appartamento di Via Pio X.
Dopo il convegno di venerdì scorso dal quale è emerso che in città sarebbero ospitati un centinaio di richiedenti asilo, dal comitato giungono avvertimenti tanto chiari quanto determinati: “I privati ci pensino bene prima di affittare gli appartamenti alle cooperative -sottolineano- perché basterà un caso di cronaca per far esplodere la rabbia che larghe fasce della popolazione sta covando su questa questione”. 
“Quello che state facendo non viene interpretato come un atto di solidarietà spinto da buoni propositi umanitari -sostengono dal comitato- ma come uno stratagemma per entrare nel fiorente business dell’accoglienza finalizzato a raccogliere facili denari sulle spalle dei contribuenti italiani”.
Alex Cioni nel chiudere la nota, sostiene che i profughi “continuano ad arrivare troppo numerosi e troppo rapidamente per sperare di integrarli, anche in ragione del fatto che sanno bene che saranno mantenuti per lungo tempo”.
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