20160510_224754_resizedOperazione anticrimine da parte dei carabinieri di Schio che hanno arrestato due nordafricani, denunciando un loro fiancheggiatore. Sono accusati di due rapine e di furto. In carcere a Vicenza sono finiti i tunisini, senza fissa dimora, Ben Ahmed Mondher, 22enne ed Alayete Marouen, 28enne, entrambi plurisegnalati per reati predatori e spaccio di stupefacenti.
Secondo il gip che ha firmato le due ordinanze di custodia cautelare, richiestedalla procura dopo le indagini dei militari dell’Arma, i due sono gli autori della rapina messa a segno lo scorso 29 febbraio nei confronti di un giovane pachistano in piazza Falcone e Borsellino. Il ragazzo venne colpito con calci e pugni per rapinarlo del suo telefono cellulare e di 30 euro.Un’aggressione di una violenza inaudita con la vittima riversa per terra sanguinante per colpa dei due banditi, che sembravano disposti a tutto per portargli via tutti gli averi del giovane.
Ma sarebbero sempre loro, secondo l’informativa di reato dei carabinieri, gli autori della rapina denunciata lo scorso primo aprile , sempre a Schio, in via San Gaetano ai danni di una coppia. Durante l’aggressione la donna è stata schiaffeggiata mentre l’uomo è stato ferito al polso sinistro, nel tentativo di difenderla. I malviventi, anche in questo caso, riuscivano ad allontanarsi con il bottino esiguo di 50 euro.
Due malviventi senza scrupoli quelli descritti dagli investigatori del Capitano Vincenzo Gardin, che hanno trovato degli elementi comuni nella dinamica dei due fatti criminali che avevano destato allarme a Schio. La coppia, secondo quanto emerso dalle indagini, una volta fuggiti via, avrebbero trovato ospitalità da una 45enne scledense che è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento.
Ma c’è un ultimo episodio sul quale i carabinier sarebbero riusciti a fare luce, l’inseguimento del 15 aprile quando i due dopo il furto di un’autovettura Ford Focus erano stati intercettati da pattuglia del NucleoRadiomobile. Anche in quel caso, i fuggitivi erano riusciti a farla franca, ma erano stati costretti a lasciare l’auto che era stata restituita al legittimo proprietario.
N.B.

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