Quattro perquisizioni e il sequestro di macchinari, partecipazioni in società estere, giacenze di magazzino, marchi nazionali e invenzioni industriali, per un valore complessivo di 31 milioni di euro: questo l’esito dell’operazione della Guardia di Finanza di Vicenza, coordinata dalla procura locale, nei confronti dell’amministratore di una società in concordato preventivo operante nel settore tessile. Si tratta della Smit Texile di Schio.
Le indagini hanno permesso di accertare che l’amministratore aveva compiuto operazioni volte a distrarre il patrimonio della società al fine di sottrarlo alla prevista procedura concorsuale.
In particolare sono risultate anomale le modalità di cessione del know-how e delle partecipazioni in società estere, il cui valore in bilancio ammontava ad oltre 19 milioni di euro. L’azienda aveva ceduto i brevetti, i marchi e le partecipazioni sociali a due imprese straniere, a loro volta proprietarie dell’azienda in concordato, quale rimborso delle rispettive quote di capitale sociale.
Il valore delle partecipazioni è risultato ampiamente sopravvalutato in relazione al dissesto dell’impresa, gravata da oltre 8 milioni di debiti, ed alle prospettive di ripresa della stessa.
A luglio la società in concordato aveva ceduto alla controllante di una delle due imprese estere, per un corrispettivo di soli 1.300 euro, il ramo d’azienda costituito dallo stabilimento operativo. Con queste manovre – secondo l’ipotesi d’accusa – la società è stata privata della gran parte degli elementi attivi del patrimonio e di qualsiasi prospettiva di prosecuzione dell’attività produttiva, divenendo, di fatto, un semplice contenitore dei debiti di cui era gravata, con conseguente danno per i creditori.
Nonostante ciò, l’amministratore dell’impresa aveva comunque chiesto, contestualmente alla cessione del ramo d’azienda, l’ammissione alla procedura concorsuale, al probabile scopo di ritardare il fallimento e consolidare gli effetti dello «svuotamento» dell’azienda. (ansa)