I finanzieri del Nucleo Mobile della Tenenza di Schio, nell’ambito di attività finalizzate ad appurare il rispetto della normativa disciplinata dal Codice del Consumo, nei giorni scorsi hanno sequestrato 6.624 prodotti esposti per la vendita da parte di una persona di etnia cinese, risultati di ignota provenienza e privi delle informazioni minime necessarie ad identificare il contenuto dei prodotti stessi.
In particolare i militari, dopo aver effettuato l’accesso nel punto vendita, hanno notato che il titolare aveva esposto una serie di articoli di bigiotteria (collane, orecchini, bracciali, orologi, cinturini, fermacapelli e piercing) sprovvisti di indicazione circa la denominazione legale o merceologica dei prodotti, la descrizione in lingua italiana dei materiali impiegati. Erano privi, inoltre, del nome o ragione sociale del produttore o di un importatore stabilito nell’Unione Europea.
Tali omissioni, chiaramente, danneggiano il consumatore, il quale disconosce sia la provenienza che la composizione dei prodotti, il cui uso, talvolta, può mettere in pericolo la sua stessa salute.
La gran parte della merce sequestrata, infatti, era destinata ad entrare a contatto diretto e prolungato con la pelle, esponendo il consumatore a rischi di contrarre, ad esempio, dermatiti allergiche. Rischi ancora più elevati nel caso dei piercing in cui, oltre al contatto, c’è anche il perforamento del tessuto superficiale del corpo.
Accertato il mancato rispetto dei dettami del “Codice del Consumo” i militari hanno quindi sequestrato la merce messa irregolarmente in vendita.
L’ attività si inserisce all’interno degli ordinari controlli della Guardia di Finanza di Vicenza nello specifico settore ed ha la finalità di tutelare, oltre la salute del consumatore finale, anche i contribuenti che si preoccupano di mettere in vendita prodotti sicuri, provvisti di regolare etichettatura e che subiscono una concorrenza sleale; i prodotti privi delle indicazioni previste, infatti, sono posti in vendita a prezzi più concorrenziali.
La sola Tenenza di Schio dall’inizio dell’anno ha posto sotto sequestro più di 21.000 articoli – rinvenuti per più del 50% dei casi in punti vendita gestiti da soggetti di nazionalità cinese e sono state irrogate, complessivamente, sanzioni fino ad un massimo di € 200.000.