AltoVicentinOnline

Schio. Arrestato operaio per usura con due connazionali. Pretendevano tassi d’interesse del 60%

C’è anche un operaio cingalese, ma residente a Schio tra i tre componenti della banda sgominata dai carabinieri che hanno scoperto un giro di usura con prestiti di denaro elargiti con la pretesa di ‘interessi’ del 60%. In carcere sono finiti Neelamani Priyangika Merennage, 48 anni, imprenditrice e ritenuta il vertice del gruppo criminale, di cui farebbero parte altre persone ora oggetto d’indagine. Il marito Gaminie Tissera Warnakulasuria, 52 anni e Janaka Chandana Wijesundara Wijesundara Ranasinha Appuamilage, conosciuto a Schio come Janaka.
I tre sono accusati a vario titolo di abusiva attività finanziaria, usura aggravata , violenza privata aggravata , rapina  e tentata estorsione.
L’indagine che ha portato all’arresto dei tre presunti cravattari è scattata dopo la denuncia di una delle vittime, che strozzata dai debiti accumulati con la banda e vessata ogni giorno con minacce ed intimidazioni, avrebbe ‘vuotato il sacco’ con gli investigatori che sono riusciti a trovare il filo conduttore di un’inchiesta che non si presenta semplice. Si indaga su conti esteri e su almeno altre se persone, che farebbero parte del gruppo criminale, descritto come ‘spietato’ quando c’era da terrorizzare le vittime. Minacce a loro, ma anche ai familiari. Gli investigatori hanno sottolineato il ruolo della donna: un vero e proprio leader, di cui tutti avevano soggezione.
Le vittime venivano adescate dai tre, che inizilamente apparivano come tre angeli disposti a sollevarti le sorti economiche. Persone in difficoltà, che cedevano all’offerta di denaro, che poi era l’ingresso nel tunnel dell’usura, da dove ne uscivano dilaniate anche psicologicamente con gli strozzini che non le mandavano a dire quando c’era da riavere indietro le somme che nel frattempo erano lievitate in maniera esponenziale.

Il lavoro investigativo dei carabinieri di Vicenza prosegue ‘a caccia’ di qualche vittima, anche scledense, che potrebbe aver paura e pudore nel denunciare, ma che potrebbe dare ulteriori input all’inchiesta coordinata dalla Procura di Vicenza. Il lavoro dei militari non si presenta facile soprattutto per quell’omertà che regna all’interno della comunità cingalese.

N.B.