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Schio. Accoltellamento davanti al Sottozero, in manette due tunisini

Ci potrebbe essere una faida tra stranieri legata al controllo dello spaccio di stupefacenti dietro l’aggressione finita nel sangue lo scorso 29 giugno a Schio, davanti al bar Sottozero. I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia, coordinati dal capitano Vincenzo Gardin, in meno di una settimana sono riusciti a dare un nome e un volto alle persone che avrebbero più volte accoltellato Abderrahim Nahdi, il marocchino di 48 anni, domiciliato a Caltrano, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Santorso.

In manette sono finiti i tunisini Arbi Jeljeli, 43 anni, personaggio già noto alle forze dell’ordine per reati connessi allo spaccio di droga e Alì Mohamed Hattai, 34 anni anche lui conosciuto dai carabinieri per reati legati agli stupefacenti. Secondo quanto accertato dagli investigatori il 43enne avrebbe immobilizzato il marocchino, mentre il connazionale lo accoltellava più volte.

I militari dell’Arma sono riusciti a ricostruire dettagliatamente quanto accaduto la notte del 29 giugno scorso in via XXIX Aprile, davanti al locale Sottozero. Il marocchino sarebbe stato avvicinato dai due tunisini all’esterno del locale. Inizialmente si era pensato che i tre fossero ubriachi e che la lite fosse stata innescata dai fumi dell’alcol. I carabinieri invece hanno accertato che si sarebbe trattato di un regolamento di conti: i tunisini volevano dare una lezione al marocchino. Dopo aver discusso con lui, Arbi Jeljeli lo avrebbe afferrato alle spalle, immobilizzandolo. A quel punto Alì Mohamed Hattai lo avrebbe accoltellato più volte, ferendolo in diverse parti del colpo e soprattutto all’addome. I due tunisini sono poi fuggiti prima dell’arrivo dei carabinieri e dell’ambulanza del 118 che trasportò il ferito in ospedale. Da quel momento gli investigatori non hanno mai smesso di cercare gli autori dell’aggressione. Sono stati passati al setaccio tutti i casolari disabitati nella zona, dove abitualmente trovano rifugio gli stranieri che non hanno alloggio. Proprio in uno di questi, che si trova dietro la stazione ferroviaria di Schio, i militari dell’Arma hanno recuperato una maglietta sporca di sangue. L’indumento è stato analizzato dagli specialisti dei carabinieri che hanno recuperato un’impronta digitale: quella di Arbi Jeljeli che è stato rintracciato lunedì a Schio. Il tunisino è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. Ma le indagini non si sono fermate.

I carabinieri scavando negli ambienti degli stranieri e dei tunisini sono riusciti a individuare l’autore materiale dell’aggressione e la fidanzata: una connazionale che lavora come badante per un anziano a Vicenza. Proprio seguendo gli spostamenti di quest’ultima i militari dell’Arma ieri sera sono riuscirti a bloccare Alì Mohamed Hattai. L’immigrato è stato acciuffato all’interno del parco comunale di via Snereglo a Vicenza mentre incontrava la fidanzata. A quanto pare era pronto a lasciare l’Italia per raggiungere la Francia. Soddisfatto della riuscita dell’operazione il comandante della Compagnia di Schio Vincenzo Gardin che durante la conferenza stampa, riferendosi all’accoltellamento, ha parlato di un episodio grave che ha preoccupato la cittadinanza, ma ha evidenziato come si tratti di “Un caso isolato “.

di Redazione Thiene On Line