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Schio. ‘Ascoltare musica è peccato’: espulso imam. Ritenuto un “attentatore dello Stato Italiano”

La notizia sta facendo il giro del web, scuotendo chi ha appreso stamattina, che quell’algerino era un potenziale terrorista islamico. Un fanatico con contatti con estremisti e che imponeva ai suoi alunni di non ascoltare musica perchè ritenuta ‘peccato’.

Nel corso della serata di ieri, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento di espulsione emesso dal Ministro dell’Interno per “motivi di ordine pubblico”  nei confronti di M. S., algerino , classe  1979, residente a Schio, imam di un centro islamico sempre scledense.

L’espulsione – come spiegato dagli stessi investigatori – trae origine da un fatto accaduto il 21 gennaio 2015, in una scuola elementare , quando, nel corso di una lezione scolastica di educazione musicale, alcuni alunni (almeno 3),  bambini di circa 10 anni della classe quinta, tutti di origine magrebina e di fede islamica, si tapparono le orecchie per non sentire la melodia diffusa con finalità d’istruzione. Le motivazioni addotte dagli stessi alunni richiamavano gli insegnamenti ricevuti dall’imam del centro islamico da loro frequentato, il quale, nelle lezioni coraniche che comunemente presiede, aveva predicato che ascoltare musica ed utilizzare strumenti musicali costituisce peccato.

Dopo l’accaduto, la Digos della Questura di Vicenza  ha avviato serrate e riservate indagini sul conto del citato imam che hanno dato riscontro alla veridicità dell’accaduto. Da tali indagini è infatti,  emerso che l’algerino aveva ormai da tempo abbracciato l’ideologia islamica salafita, scevra da contaminazioni occidentali e che in qualità di imam del centro islamico costituiva un carismatico punto di riferimento per la comunità, dimostrandosi particolarmente attivo nell’indottrinamento dei fedeli su posizioni marcatamente radicali.

Allo stesso modo sono state accertate incisive ed autorevoli forme di convincimento nei confronti di minori di fede islamica, inducendoli ad assumere comportamenti palesemente ostili alla cultura occidentale ed a manifestare il desiderio di poter compiere in futuro finanche gesti eclatanti, anche violenti e con l’uso delle armi una volta diventati adulti. Dagli accertamenti svolti è  emerso che il cittadino algerino manteneva strette relazioni con esponenti del mondo islamico di orientamento marcatamente radicale e dediti alla promozione di principi originari dell’Islam ed alla diffusione dell’ideologia salafita (verosimilmente anche all’insaputa del resto delle comunità). Non intratteneva rapporti con cittadini italiani, se non con quelli convertiti all’Islam, rifuggendo qualsiasi forma di integrazione con la società italiana. Nonostante, quindi, l’interessato si trovasse in Italia dal 2002 (titolare di permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dalla Questura di Udine ove aveva parimenti svolto le funzioni di imam presso quella comunità islamica, si era poi trasferito nel vicentino dalla fine del 2013), non risultava inserito nel contesto sociale di riferimento’.

Da qui l’esigenza del provvedimento di espulsione,’ ritenendo lo straniero una minaccia per la sicurezza dello Stato’.

. Dopo l’inquietante fatto di gennaio da cui sono partite le indagini, ha concluso la Polizia di stato,  gli studenti che frequentano il  centro islamic,  evidentemente “richiamati” dagli stessi docenti ,  non hanno più reagito alle lezioni di educazione musicale con le modalità messe in atto quel giorno.  Tuttavia, anche in seguito, avrebbero mostrato un palese calo di rendimento e pur assistendo alle lezioni, è risultato chiaro che in ambito familiare non si siano più esercitati nello studio e nella pratica della musica: alunni originariamente particolarmente portati per tale materia,  dopo il contatto con gli insegnamenti del precettore coranico ed a seguito delle scelte educative delle proprie famiglie di origine che seguono gli insegnamenti dello stesso imam, non hanno più potuto seguire la propria aspirazione di proseguire gli studi in una scuola ad indirizzo musicale.