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Altri profughi a Schio. “Il Prefetto avrà la guerra”, denuncia da PrimaNoi

“Il Prefetto vuole la guerra e l’avrà”. Con queste parole il gruppo ‘PrimaNoi’, ha commentato l’arrivo di nuovi profughi in una palazzina privata di via Pio X  a Schio.

Nato nei mesi scorsi per dire ‘no’ all’accoglienza dei profughi nel territorio e per mettere in primo piano le esigenze dei cittadini italiani in difficoltà, il gruppo spontaneo di cittadini, che si è riunito con il nome emblematico ‘PrimaNoi’, continua la sua battaglia contro le istituzioni che gestiscono l’emergenza dei richiedenti asilo.

“In questi giorni nuovi richiedenti asilo sono arrivati a Schio, sistemati in una palazzina privata di via Pio X – commentano da PrimaNoi – Si aggiungono alla quarantina di profughi già presenti in città, a quelli trasferiti da Monte di Malo a Giavenale e a quelli residenti nell’immobile di fronte alla stazione dei treni”.

Il gruppo PrimaNoi scende in campo ancora una volta per denunciare le istituzioni che, a suo dire, stanno gestendo in modo disastroso il fenomeno dell’immigrazione, mettendo nello stesso calderone veri profughi che cappano da situazioni di guerra con semplici migranti in cerca di fortuna.

“Continua inesorabile da parte dei funzionari della Prefettura la sistemazione di questi ragazzi di vent’anni nell’Alto Vicentino  con la complicità di cooperative e privati cittadini che hanno fiutato l’affare – commentano i membri di PrimaNoi – Siamo al cospetto del peggior assistenzialismo divenuto un business che ricade sulle spalle dei contribuenti italiani mentre esistono sacche di disagio sociale e di povertà che affliggono drammaticamente i nostri connazionali verso i quali il disinteresse delle istituzioni è a dir poco vergognoso. Non è più accettabile – concludono – destinare strutture abitative a tali persone quando vi sono centinaia di famiglie vicentine ancora in attesa di ottenere un alloggio pubblico”.

Il sindaco Valter Orsi stamattina ha detto: ‘Anche se avessimo firmato il protocollo con la Prefettura, il numero attuale dei profughi presenti a Schio, rientrerebbe in quello pattuito’