Solo cinque mesi fa era stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione per rapina, minacce e lesioni, per aver aggredito e picchiato selvaggiamente, insieme ad altri due stranieri, due disabili, padre e figlio, sorpresi nella loro abitazione di Sandrigo.

Era conosciuto dalle forze dell’ordine come persona violenta Mustapha Mesbahi Sidi, il marocchino di 46 anni arrestato per aver tentato di uccidere con due coltellate la moglie Cristina Botter, 45 anni, all’interno della abitazione che dividevano a Zanè. L’uomo si era reso protagonista nel 2011 di un altro episodio di violenza. Insieme a due nordafricani di 33 anni aveva fatto irruzione nell’abitazione dei due disabili, padre e figlio di 80 a 46 anni a Sandrigo, alla ricerca di un uomo che fino al giorno prima era ospite degli italiani. Non trovandolo i marocchini aggrediscono i disabili e in particolare il più giovane.

Lo prendono a calci e pugni, arrivando anche a sbattergli la testa contro il muro, poi lo minacciano con un coltello da cucina. Prima di andare via arraffano un telefonino cellulare e altri oggetti, poi si allontanano dalla casa. Ma la rapina va male, proprio Mustapha Mesbahi Sidi viene riconosciuto dalle vittime, visto che gestiva fino a qualche anno prima un bar nella zona, viene individuato e catturato. Poi vengono arrestati anche i complici. Per questo reato cinque mesi fa il marocchino è stato condannato. Adesso sulla sua testa è piombata anche l’accusa di tentato omicidio per aver accoltellato la moglie. La donna è ancora ricoverata in ospedale, le sue condizioni sono stazionarie.

di Redazione Thiene On Line

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