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Torrebelvicino. Trascinato e pestato per rubargli l’Alfa 33: arrestato uno dei rapinatori

Una rapina che aveva fatto scalpore per quanto feroce, spietata. Finita con un uomo di 55 anni trascinato per metri e preso a calci in faccia e al torace. E tutto per portargli via una vecchia Alfa 33, che l’uomo teneva con ogni cura nel suo garage.

Era accaduto il primo di quest’anno a Torrebelvicino, in contrada Ligonto. Ma ieri i carabinieri, dopo due mesi d’indagini, sono arrivati all’arresto di uno dei due responsabili della rapina. Si tratta di un nomade, Antonio Brajdic, 26 anni, già conosciuto dalle forze dell’ordine per precedenti penali. I carabinieri l’hanno seguito, pedinato e infine bloccato a Monza, mentre in un bar del centro della cittadina lombarda giocava a una macchinetta videopoker. L’uomo risulta domiciliato in una casa d’accoglienza dalla quale era recentemente fuggito. Altre indagini sono in corso per individuare anche l’altro complice. I militari l’hanno già identificato, è anche lui un nomade, ha 44 anni. Di lui si sa che fa la spola tra Vicenza e la periferia di Milano. La sua cattura potrebbe essere questione di ore.

 

Particolarmente feroce la rapina subita da Fiorenzo Cortiana, 55 anni, metalmeccanico. Aveva lasciato per qualche secondo incustodita la sua Alfa 33, tra il cortile della sua abitazione e il garage, con le chiavi nel quadro. “Appena li ho visti salire sulla mia Alfa 33, d’istinto sono corso fuori casa e ho tentato di fermarli, urlandogli contro, addirittura aggrappandomi alla portiera del passeggero che era rimasta aperta. Ma quelli niente, mi hanno trascinato per una trentina di metri. Per farmi mollare la presa mi hanno preso a calci in faccia e al torace”. Alla fine l’uomo non è riuscito a tenere la presa, e i due si sono dileguati a bordo dell’auto rubata. Cortiana aveva riportato ferite alle gambe e contusioni al volto. I due responsabili dovranno rispondere dell’accusa di rapina in concorso, ma Brajdic sarà accusato anche di evasione, avendo lasciato senza permesso la casa d’accoglienza dove stava scontando gli arresti domiciliari, per una condanna legata a un precedente reato.

 

di Redazione Thiene on line