Dopo quel regolamento di conti si era dato alla macchia, ma i carabinieri non avevano mai smesso di cercarlo perchè ritenuto ‘soggetto pericoloso’. Sul suo capo pendeva un ordine di carcerazione per omicidio.
Si è costituito negli uffici della caserma di Gorizia Carlo Helt, 39 anni, detto ‘Zan’, accusato di essere il killer di Davide Kari, spirato durante il trasporto all’ospedale dopo la sparatoria del 23 giugno scorso, nel comune di Zanè, quasi al confine con Thiene.
Durante la missione punitiva, era stato ferito anche il fratello della vittima Vianello, che era stato ricoverato all’ospedale di Santorso, dove i medici gli hanno salvato la vita.
Quel pomeriggio di inizio estate, la famiglia Helt si era presentata nell’area di campagna dove stazionavano gli accampamenti della famiglia Kari, e Carlo aveva fatto fuoco per dare una lezione a chi aveva osato fare a sproposito il nome di un parente defunto. Uno sgarro che andava risolto a tutti i costi e che era sfociato nel delitto di Davide kari. Il giorno seguente, investigando e lavorando sfidando il muro d’omertà tipico delle famiglie sinti, erano stati arrestati in quattro. Mancava all’appello l’esecutore materiale dell’omicidio.
In questi mesi, i militari dell’Arma hanno mantenuto l’attenzione alta addosso alle due famiglie rivali, sperando di trovare qualche indizio che lasciasse capire dove si nascondesse ‘l’uccel di bosco’.
Carlo Helt, molto probabilmente, sentiva il fiato sul collo e ha deciso di presentarsi spontaneamente dai carabinieri di Gorizia, dove si nascondeva. Lì gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il nomade, già interrogato dal giudice per le indagini preliminari, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Natalia Bandiera