Pena ridotta ad un anno e 10 mesi, ma la conferma degli arresti domiciliari, per Nadia Cipriano, la 52enne di Soverato (Cz), arrestata nel 2011 a Schio, con l’accusa di stalking. Questa la decisione dei giudici della Corte d’Appello di Venezia in merito ad una vicenda, quella di Nadia, che fece scalpore sulla cronaca cittadina, perchè vittima, o presunta tale, della sua “passione” fu un noto imprenditore di Schio. Uno con “famiglia”, così come lei, sposata a un noto albergatore di Soverato, madre di tre figli. L’altra faccia di questa storia ce la racconta lei, la “stalker”. Lei che di questa brutta storia di cronaca nera ce ne parla come di una storia di amore, di un “grande amore”.
In pratica una donna , serena, appagata nel ruolo di moglie e madre, e un uomo altrettanto legato da vincoli familiari, entrano in “rotta di collisione”. Si conoscono parecchi anni fa. Un rapporto nato dal caso: lui, con famiglia a seguito, va in vacanza a Soverato, ospite nell’albergo del marito di lei. Stringono amicizia. All’inizio è solo questo, un’ amicizia sporadica e occasionale. Poi, complice facebook, tra Nadia e l’amico di Schio, si crea un rapporto diverso. Scatta la sintonia di intenti, quel feeling andato perso, negli anni, con i rispettivi partner, lo ritrovano insieme. Ed è amore. Un amore che sconvolge la vita di quella moglie e madre serena, tanto da indurla a rivelare tutto al marito. Lei che per quell’uomo ha lasciato il marito, che con i figli, per quel gesto, ha creato una frattura insanabile, viene messa da parte. Improvvisamente. Si ribella. Comincia a tempestarlo di sms e telefonate. Si presenta sotto il suo ufficio. Vuole ricucire il rapporto, ma lui non ne vuole sapere. Lo insulta anche al telefono, piange, tenta di “inchiodarlo” alle sue responsabilità, di uomo e innamorato. Lui la incastra con un finto appuntamento al quale si presenta accompagnato dai carabinieri. Poi è la cronaca di quei giorni: l’arresto, le lacrime, il dolore negli occhi di lei. L’incubo finito per lui. A Nadia, di quell’amore, rimane una C tatuata sull’anulare sinistro. Quello che arriva dritto al cuore… ‘Ho pagato per aver perso la testa per un uomo, che mi ha rovinato la vita, distruggendo la mia famiglia e che mi ha fatto arrestare’.
di Redazione Thiene on line