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Santorso. Anthony migliora e chiede una birra. Si costituisce il suo investitore

Mentre Anthony apriva gli occhi e faceva capire di volere una birra, nonostante i tubi gli impedissero di pronunciarlo bene, si costituiva nella caserma dei Carabinieri di Valdastico chi l’altra sera per poco non lo ammazzava.

Si tratta di S.V., 50enne di Lastebasse, che si è presentato spontaneamente dicendo di aver letto i giornali e che nella sera di mercoledì si trovava proprio in via Brenta a Centrale di Zugliano.

Nei confronti dell’uomo, incensurato, è scattata la denuncia a piede libero con l’accusa di omissione di soccorso.

Sarebbe proprio suo il Fiat Ducato che ha travolto Anthony Bonato e Claudio Zuccolo, che si sentono miracolati.

Hanno guardato la morte in faccia i due runner de La Fulminea. Zuccolo se l’è cavata con pochi graffi, ma mai dimenticherà la scena del suo amico, riverso sul selciato freddo che chiedeva di avvertire la moglie.

“Mi sento muovere tutto dentro”, ha detto in quei frangenti drammatici il 44enne thienese che ora lotta per la vita in una stanza dell’ospedale di Santorso. Fino a ieri sera amici, parenti, ma anche semplici conoscenti, hanno letteralmente invaso il reparto dove è ricoverato. A dare forza a tutti è Monica, la sua compagna di vita, che non lo ha lasciato solo un attimo e che ha dimostrato la forza di una leonessa in questi giorni nei quali tutto l’Alto Vicentino ha pregato per quel ragazzone dal sorriso contagioso e dall’aria tanto perbene.

Le indagini sono arrivate ad una svolta il giorno dopo l’incidente quando, nel corso di un sopralluogo della Polizia Stradale, erano stati raccolti e sequestrati i pezzi di quel furgone che, dopo aver travolto Bonato e Zuccolo, era schizzato via come una freccia sparendo nel buio della sera.

Si era capito subito, anche grazie alla preziosa testimonianza di Zuccolo, che si trattava di Fiat Ducato bianco immatricolato tra il 2000 e il 2007.

Particolare questo che ha consentito agli investigatori di stringere il cerchio e di concentrare le ricerche su alcuni mezzi. Ma non c’è stato bisogno di andare avanti perché il pirata della strada ha preferito costituirsi. Forse si sentiva braccato. Forse avrà saputo di quell’appello accorato di Monica che chiedeva collaborazione ai cittadini dell’Alto Vicentino perché segnalassero tutto quello che poteva essere utile alle indagini e a dare un volto e un nome a chi ha impedito a suo marito di tornare a casa quella sera.

“Voglio guardare in faccia quel bastardo”, aveva detto Monica. Ora avrà la possibilità di farlo in un’aula di tribunale.

Natalia Bandiera

Anna Bianchini