La storia è di quelle che fanno riflettere non poco, con un gruppo di adolescenti appena quindicenni che andavano a farsi le ‘canne’ per trasgredire durante il fine settimana. Mentre i genitori magari pensavano che andassero in parrocchia. Qualcosa che era nato per gioco, ma che aveva procurato dipendenza a quei ragazzi, che ormai, non riuscivano più a fare a meno dell’hashish.
Uno di loro è stato arrestato, dopo il blitz dei carabinieri della stazione di Schio, che hanno fatto infiltrare un giovanissimo militare nel gruppetto di consumatori accaniti. Alla minaccia del luogotenente Sergio Asciolla di andare a raccontare tutto ai genitori, il quindicenne, il più grande e colui che a quanto pare riforniva abitualmente tutti gli altri, ha estratto dalla tasca dei pantaloni una stecca di ‘cioccolato’, con cui si sarebbero potuti fare canne a volontà.
Il giovane finito al centro d’accoglienza per minorenni di Treviso è di San Vito di Leguzzano mentre altri tre coetanei sono stati solo segnalati al Prefetto. Il quindicenne è accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sarebbe il ‘capo branco’ secondo i carabinieri che hanno fatto scattare le indagini circa un mese fa, quando sono cominciate ad essere insistenti le segnalazioni di quel gruppetto di giovani che nel fine settimana si trovavano vicino la chiesetta che era diventata il loro quartier generale. I militari si sono appostati diverse sere, notando gli strani movimenti del quindicenne che prima dell’incontro andava accanto ad una siepe dove prelevava uno zainetto. Lì custodiva l’hashish che veniva fumato attraverso l’involucro di un sigaro cubano.
Da quanto trapela, si tratterebbe di un gruppo di ragazzi non certo disagiati. Tutti residenti tra Schio San Vito di Leguzzano. I genitori rispettivi, convocati in caserma dal luogotenente Asciolla, sono caduti dalle nuvole: mai avrebbero potuto pensare che quando i loro figli dicevano loro di uscire, andavano in realtà a farsi le canne, che avevano devastato loro il cervello. Chi ha riferito ai militari della presenza costante di quei ragazzini vicino alla chiesa di San Vito ha infatti sottolineato il fatto che quegli adolescenti andavano via sempre barcollanti. Per chi osservava da lontano, era evidente che assumessero sostanze tossiche. Per i tre assuntori, è stato avviato un percorso di recupero all’interno di una comunità specializzata al fine di liberare i ragazzi dalla dipendenza.
di redazione Thiene on line