Dal carcere Roberto Zuccollo, attraverso il suo avvocato Alberto Pellizzari, urla che non è un mostro, che il pomeriggio dell’omicidio non voleva uccidere nessuno. Che aveva bisogno di soldi ed è andato a rapinare Franco Zoppello, nella sua area di servizio in via Europa e là è accaduto quello che poi la sua ansia non è riuscita a gestire. La reazione della vittima, che non ha subito l’aggressione consegnandogli i soldi, ma si è ribellata alla cessione dei suoi guadagni.
Addosso Zoppello ne aveva circa 1700, ma in realtà, da quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri, gli bastavano solo 200 euro quella sera. Lo aveva detto con fare da ‘spaccone’ a qualcuno del suo vicinato, che mai e poi mai, avrebbe pensato che Roberto Zuccollo stesse davvero andando a fare un colpo. Per giunta armato di un coltello. Poi, voleva andare a cena con la donna che frequentava in quei mesi.
Il personal trainer ha commentato la sentenza con il suo avvocato solo ieri, dicendo che gli stessi giudici si sono resi conto che nel pomeriggio del 18 novembre 2011, le sue intenzioni non erano quelle di ammazzare Zoppello. Durante gli interrogatori Zuccollo ha spiegato in più occasioni che la situazione gli è sfuggita di mano, che non aveva messo in conto la reazione del benzinaio che reagendo lo ha disorientato, inducendolo ad estrarre il coltello. Ha raccontato che erano 4 giorni che non prendeva i farmaci per controllare l’ansia.
Insomma, passata la tensione del processo , ha spiegato l’avvocato Pellizzari, Zuccollo chiede di non essere considerato un mostro. Non solo, rivolge il suo pensiero alla vedova e ai bambini di Franco e si chiede cosa possa fare per loro. Una cosa è certa, il risarcimento danni fissato dal giudice e che ammonta a 989mila euro difficilmente potrà elargirlo, sebbene gli comporterebbe uno sconto della pena. Ma Roberto Zuccollo è nulla tenente.
N.B.