In pochi hanno dimenticato la scena straziante di quella madre chiamata a riconoscere il figlio morto per colpa della manovra imprudente di chi lo ha falciato a soli 13 anni mentre, spensierato, viaggiava in sella alla moto condotta dal padre. Marco e Sergio Vicalvi morirono così la sera del 21 settembre 2012 sulla bretella che collega Thiene a Schio, all’altezza del comune di Marano.  Rossano Abelli, 45 anni, di Valdagno, quella maledetta sera si trovava alla guida di un autocarro Volkswagen Transporter, il mezzo-killer che non ha lasciato via di scampo a padre e figlio che sono morti sul colpo. Oggi, l’uomo ha patteggiato la condanna a due anni ottenendo la sospensione della pena.
Era accusato di duplice omicidio colposo. Un’accusa che gli piombò addosso con un avviso di garanzia, seguito qualche mese dopo da un rinvio a giudizio. Secondo l’accusa, sostenuta sulla base dei rilievi tecnici eseguiti dai carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Thiene, Abelli avrebbe fatto un’inversione di marcia improvvisa, che sarebbe stata fatale per il quarantenne Sergio Vicalvi, residente a Carrè, che stava tornando da Schio, dove aveva appena preso il figlio Marco, che viveva con l’ex moglie Francesca Bottecchia. Alla donna, straziata dal dolore, toccò recarsi sul luogo della tragedia e riconoscere marito e figlio, cadaveri sull’asfalto accanto alla moto Aprilia 1000, su cui poco prima viaggiavano felici per il fine settimana che avrebbero trascorso insieme. Una scena quasi apocalittica quella che si presentò quella tragica sera dinanzi agli occhi dei soccorritori, arrivati quando già per papà Sergio ed il piccolo Marco non c’era già nulla da fare. dopo lo schianto contro il furgone assassino, la moto su cui viaggiavano prese fuoco e carbonizzò i due corpi fino a renderli difficili al riconoscimento. 
 
di redazione Thiene on line
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