Santa Rita da Cascia è una delle sante oggetto di una straordinaria devozione popolare perché è molto amata dal popolo che la sente molto vicina per la “normalità” dell’esistenza quotidiana da lei vissuta, prima come sposa e madre, poi come vedova e infine come monaca agostiniana. Non sembra essere così almeno per l’autore dell’ignobile gesto successo nella piccola comunità cristiana di Mortisa di Lugo di Vicenza che stamattina si è svegliata con un altro simbolo religioso ferito: è stato sventrato il capitello esterno costruito nella mura dell’abitazione di G. A. e la statua della santa umbra è stata gettata a terra, frantumandola. Come non bastasse sono apparse anche scritte offensive nei confronti dei cattolici.
Forse avrà dato fastidio a qualcuno il fatto che proprio due giorni fa, venerdì sera, era stata celebrata una messa di “riparazione” presieduta dal parroco don Giancarlo Cantarello con la successiva processione per il riposizionamento della statua di Maria nel capitello sventrato lo scorso maggio.
Parole di ferma condanna dal sindaco di Lugo, Robertino Cappozzo: ‘Venerdì sera ho voluto che anche come amministrazione fossimo presenti alla cerimonia di riparazione per far sentire tutta la gravità dell’episodio dello scorso maggio; dispiace soprattutto per il cuore generoso e sensibile di tante persone della comunità nuovamente messe a dura prova nell’animo’. ‘Questa nuova ferita inferta a Mortisa – ribatte il consigliere di maggioranza Sandro Pozza – ci fa interrogare e toccare con mano il mistero della banalità del male. Santa Rita, venerata come santa dell’impossibile e avvocata delle cause disperate, renda possibile il pentimento da parte dell’autore del gesto”.
La solidarietà, mista alla condanna, viaggia anche nella rete: “Vergogna”, “Schifo”, “Che fastidio poteva dare?”, “Che meschinità”, “Non ci sono parole”, si legge sui social network. Intanto è caccia aperta ai teppisti.
di Redazione Thiene on line