Definirlo furto è riduttivo. Quanto accaduto nella Scuola Materna Antonio Maggio di via Sioggio è lo spaccato della povertà dilagante che giorno dopo giorno sta travolgendo anche il ricco nord-est. Quando questa mattina la scuola ha aperto le porte per i suoi piccoli ospiti è stato subito evidente che qualcuno aveva bivaccato per almeno una notte all’interno dello stabile, utilizzando i materassini dei bambini per dormire e la mensa per alleviare i morsi della fame.
Si può parlare di ladri visto che hanno rubato i soldi della macchinetta del caffè, ma i computer e altra potenziale refurtiva sono stati lasciati al loro posto.
Nessuno scasso, solo alcuni segni, tanto che per accorgersi della presenza degli intrusi, che nel frattempo si erano volatilizzati, si è dovuto vedere il caos nelle stanze. Lì in effetti si può parlare di inciviltà. Come ha spiegato il Sindaco Robertino Cappozzo “Dopo che hanno mangiato hanno lasciato bucce di banana e rifiuti a terra e per cercare soldi hanno messo a soqquadro gli armadietti e i cassetti. Hanno sporcato nei luoghi che per noi sono sacri, cioè dove lasciamo i nostri bambini convinti che siano al riparo dall’inciviltà. Questa mattina i piccoli non sono stati accolti all’asilo perché abbiamo dovuto igienizzare e controllare che tutto fosse pulito e in ordine, per riaccoglierli successivamente in un luogo salubre e sicuro”.
Il primo cittadino di Lugo di Vicenza si è detto sconvolto dall’accaduto ma anche terribilmente amareggiato. “Si tratta di un furto della disperazione – ha commentato a malincuore – che mette rabbia ma anche malinconia. Immagino siano stati lì almeno una notte, forse anche due, nel weekend. Sapevano che non c’era nessuno e probabilmente volevano stare al caldo e usare la mensa per mangiare qualcosa”.
I ladri in effetti hanno rischiato grosso, perché fermarsi all’interno di una scuola può essere pericoloso. “Ammetto che hanno utilizzato una metodologia che fa pena, quasi tenerezza – ha sottolineato Cappozzo – E’ il classico furto della sopravvivenza. Non avrei mai immaginato che qualcuno potesse arrivare a tanto e anche se rimprovero loro di essere stati incivili senza nessun motivo, mi sento di compatirli. In ogni caso – ha concluso – ci hanno costretti a dover intervenire con dei sistemi antifurto in modo da essere sicuri che non accadano più episodi del genere”.
Anna Bianchini