Quando il suo papà si era risposato pensava di aver trovato una mamma dolce ed affettuosa, ma purtroppo per la bambina, 11 anni, era solo l’inizio di un incubo. Perché la sua matrigna non perdeva occasione per picchiarla, maltrattarla ed umiliarla, accusandola di essere una ladra e di essere portatrice di uno spirito cattivo, discriminandola dalla figlia naturale, una vera principessina che otteneva tutto ciò che voleva. Per lei soldi, vestiti, giochi e libri. Poteva anche rifiutarsi di dare una mano in casa, tanto non le sarebbe toccato nemmeno un banale rimprovero.

 

Tutto al contrario della ragazzina, figlia del marito, che chiameremo Cenerentola. Ora ha 15 anni, e per lei è stato nominato un curatore speciale. La sua storia di maltrattamenti fisici e psicologici, durati dal 2008 al 2011 nell’abitazione di Isola Vicentina, è approdata ieri in tribunale a Vicenza. Per i genitori è scattata la condanna: hanno patteggiato otto mesi, pena sospesa. Sia per la 32enne ivoriana, e sia per il marito 37enne, padre della bambina, accusato di non aver fatto nulla per impedire alla connazionale, sposata in seconde nozze, di segnare per sempre l’infanzia della sua piccola. Da quanto ricostruito la mamma acquisita non perdeva occasione per prendere Cenerentola a calci e schiaffi, arrivando addirittura a colpirla con una cintura e a provocarle una cicatrice sul braccio. Spesso la rimproverava per fatti mai accaduti, le dava della ladra, anche davanti ai parenti, e sosteneva fosse posseduta da uno spirito cattivo, colpevole di averle fatto perdere il lavoro. La costringeva ad occuparsi della casa, togliendole del tempo libero, privandola di regali e affetto, quello che invece era scontato per la sorellastra. E non è tutto perché la matrigna non voleva lavare i panni di Cenerentola con gli altri, perchè troppo sporchi e perché avrebbero “contagiato” il resto della biancheria. Tutti aspetti e trattamenti denunciati dai servizi sociali di Isola Vicentina all’autorità giudiziaria, che ieri si è espressa con una sentenza.

A.B.

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