Non ce l’ha fatta Ermes Mattielli. E’ spirato dopo un paio di giorni dal suo ricovero in ospedale e l’improvviso malore che lo aveva colto nella sua abitazione di Arsiero, dove era iniziato il suo calvario. Il suo cuore non ha retto ed ha cessato di battere per sempre.
Il ‘guerriero’ dell’Alto Vicentino non ce l’ha fatta. Chi lo conosce ed è stato al suo capezzale in queste ore, riferisce di una stanchezza probabilmente dovuta al clamore mediatico dopo la sentenza di condanna a 5 anni e 4 mesi. Oltre al risarcimento danni di 135mila euro. Nei suoi confronti, un’accusa che sentiva ingiusta per quanto avvenuto 10 anni fa, quando due ladri rom entrarono a rubare il suo ferrovecchio dal deposito della sua abitazione. Tentato omicidio.
‘Ho sparato quei 14 colpi d’arma da fuoco solo per difendermi – non si era mai stancato di dichiarare sia in fase processuale che alla stampa che si era interessata di lui – non volevo ucciderli’.
Ma per i giudici quella di Ermes Mattielli non era stata legittima difesa ed il numero di colpi esplosi erano troppi per ‘la miseria’ dei beni che voleva proteggere dai ladri.
Per Ermes Mattielli era scesa in campo la politica, ma anche i cittadini dell’Alto Vicentino. Ermes sentiva il calore della sua gente, ma forse era stanco. ‘L’ultima volta che l’ho visto eravamo di ritorno dalla cena con Matteo Salvini – racconta affranto l’amico di sempre Giordano Rossi, sindaco di Velo d’Astico – l’ho visto stanco. Gli ho anche proposto di andare a bere qualcosa insieme, ma mi aveva detto no proprio perchè sentiva il bisogno di riposare’.
Sulla pagina facebook, che nei giorni scorsi, era stata creata per sostenerlo, in queste ore fioccano i messaggi di cordoglio per Ermes. Faccia buona e sorriso ingenua, c’è rabbia da parte di chi giudica paradossale il suo caso giudiziario con quei due rom, che se la sono cavata con una condanna a 4 mesi, subito dopo il fatto di 10 anni fa e lui che si è visto infliggere, dopo un calvario di dieci lunghi anni, una condanna a oltre 5 anni solo per quella che riteneva essere una legittima difesa della sua proprietà privata.
‘Ermes nonostante la condanna è un leone – aveva dichiarato Alex Cioni, che nelle due ultime settimane lo aveva accompagnato negli studi Rai e Mediaset – non si arrende e vuole lottare per portare la sua storia alla ribalta’.
Per Ermes Mattielli si erano mobilitate anche Le Iene, che avevano ripreso la consegna di un assegno da duemila euro raccolti in tutto il vicentino per le spese legale che l’artigiano non poteva nemmeno pagare. A Ermes infatti, non era rimasto più niente. Non aveva più nemmeno il telefono di casa e chi aveva qualcosa da dirgli, doveva andare a bussare alla sua porta di casa.