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Arsiero. Marito bigamo, alla seconda moglie viene vietato di vivere con il figlio

 Amara la sentenza arrivata in questi giorni dalla Cassazione, che vieta a Rabha, marocchina di 50 anni, di ricongiungersi con il figlio Abdessamad, che vive ad Arsiero dagli anni Novanta e oggi è cittadino italiano. Rabha non può raggiungere il figlio in Italia perché suo marito è bigamo e preferisce stare con l’altra donna, per la quale ha già ottenuto il ricongiungimento familiare. Questo è bastato, secondo i giudici, per tenerla alla larga dal Vicentino. 

 

 

Il caso, riportato dal Corriere del Veneto , è l’ennesimo esempio di una famiglia distrutta dalla povertà. Alla diccifile condizione economica, poi, si aggiungono i dettami delle leggi islamiche, precetti difficili da comprendere per il mondo occidentale. Abdessamad vive con il padre in Italia, ma la madre è costretta a rimanere in Marocco, dove – stando a un ricorso presentato – vive «priva di mezzi di sussistenza». Nel 2009 Abdessamad aveva ottenuto dalla prefettura di Vicenza il nullaosta al ricongiungimento familiare ma il Consolato italiano a Casablanca l’aveva bloccato: i funzionari avevano scoperto che, alcuni anni prima, suo padre aveva ottenuto il visto per l’ingresso della sua seconda moglie, che a tutt’oggi abita con lui. Se anche Rabha fosse emigrata «si sarebbero create le condizioni di una poligamia», spiegano i giudici. Il figlio aveva quindi fatto ricorso spiegando, tra l’altro, che tra i genitori «vi era una separazione di fatto».

 

Sia i giudici di primo grado che la Corte d’Appello di Venezia avevano dato ragione al giovane, concedendo alla donna di entrare in Italia. Ma a rovesciare la sentenza è stata proprio la Cassazione, con un’ordinanza che applica al caso di Rabha un decreto del 1998 che punta «a evitare l’insorgenza nel nostro ordinamento di una condizione di poligamia, contraria al nostro ordine pubblico». Rabha, ennesimo simbolo di una femminilità universalmente oppressa e bistrattata, è quindi costretta a rimanere in Marocco.

 

Esprime amarezza e rassegnazione Andrea Cornolò, avvocato di Abdessamad, che sulle pagine del Corriere dice:. : :«Me lo aspettavo: i giudici hanno applicato la legge. Purtroppo Rabha sconta le storture del sistema islamico, che concede all’uomo la possibilità di sposare più donne, lasciando quindi al marito la libertà di scegliere a quale delle sue mogli concedere di costruirsi un futuro migliore all’estero e quale, invece, condannare a rimanere in patria, lontana dalla famiglia». 

 

A.M.