Ha bussato alla porta della caserma dei Carabinieri più vicina e ha consegnato agli uomini in divisa la propria creatura di appena tre mesi.

“Prendetevi cura di lui, io non sono in grado di farlo”, ha sussurrato.

Poche parole accompagnate ad uno sguardo carico di dolore e la mamma se n’è andata lasciando il suo piccolo tra le braccia del militare a cui l’ha affidato.

E’ successo domenica scorsa nel pomeriggio e la donna, italiana, non ha dato alcuna motivazione per spiegare il suo gesto.

Il piccolo, un fagottino di appena tre mesi, si è ritrovato in un attimo solo al mondo, affidato alle cure dei Carabinieri e segnalato alla Procura di Venezia e al servizio per la tutela dei minori che, come imposto dalla legge, ha messo il bimbo in condizione di protezione.

“Il bambino gode di ottima salute – ha spiegato il medico che ha preso in carico il piccolo e che per tutelarne la privacy non rivela informazioni di carattere personale – Quando la sua mamma l’ha abbandonato non ha voluto dare spiegazioni per cui al momento non sappiamo la vera ragione per la quale la donna ha deciso di allontanarsi dal figlio”.

Dopo aver valutato il contesto, i medici hanno anche tentato di contattare il padre ma non è stato loro possibile raggiungerlo.

Ora il bimbo, ad appena tre mesi si trova all’interno di un percorso giudiziario che dalle braccia di Carabinieri e medici lo porterà ad avere una nuova casa.

“Ci siamo attivati per trovare una famiglia affidataria – ha commentato il medico responsabile del piccolo – I tempi del Tribunale per individuare una nuova famiglia d’origine in questi casi sono brevi. Ammetto che all’interno di questa triste storia è in ogni caso da apprezzare il gesto della mamma. Ha maturato la consapevolezza di non essere in grado di occuparsi di suo figlio e ha deciso comunque di proteggerlo. Non l’ha lasciato lungo la strada o in qualche bar – ha concluso il professionista con il tono di voce provato dalla vicenda – ma l’ha messo nelle mani dei Carabinieri sapendo che si sarebbero occupati del suo bambino nel modo corretto”.

Anna Bianchini

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