“Dovevamo cominciare a somministrare le terze dosi prima”, come in Gran Bretagna Intervistato da iNews24, Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di microbiologia dell’Università di Padova, ritiene che la quarta ondata fosse prevedibile e che “il problema è cosa andava fatto, così non ce la saremmo ritrovata ora”. I dati di ieri, martedì 7 dicembre, registrano un tasso di positività al 2,3%: “Dobbiamo aspettarci questa situazione – commenta il virologo – perché non siamo ancora arrivati a un equilibrio com’è accaduto nel Regno Unito. Lì il numero dei casi giornalieri è costante. In Inghilterra ci sono arrivati da tempo perché hanno praticamente scelto di non adottare misure restrittive e di affidarsi solo al vaccino, alle quarantene e al tracciamento. Questa situazione, a lungo andare, ha generato un equilibrio tra la capacità del virus di diffondersi e quella del sistema di controllarlo. Da noi invece, questo non è accaduto perché tra aprile e luglio avevamo una popolazione molto protetta dal vaccino. Adesso la finestra di protezione si sta esaurendo, mentre nel Regno Unito hanno iniziato più rapidamente a fare le terze dosi”, spiega Crisanti. L’effetto positivo delle terze dosi sull’andamento della curva epidemiologica potrebbe arrivare “probabilmente verso fine gennaio, se le vaccinazioni verranno fatte velocemente”.
Con questo scenario, secondo il virologo, la proroga dello stato di emergenza “non è un’ipotesi da scartare”. Sulle festività in famiglia Crisanti afferma: “All’interno del nucleo familiare ci sarebbero certamente meno problematiche, ma non sto qui a sconsigliare cene e pranzi in famiglia tra familiari che non vivono nella stessa casa. Soprattutto se tra parenti ci si frequenta abitualmente a prescindere dal Natale”. Inoltre il virologo chiarisce la sua posizione sul vaccino ai bambini: “Devono essere vaccinati. Dagli Stati Uniti e da Israele sono arrivati dati incoraggianti. Consiglio il vaccino ai bambini, non sono mai stato contrario. Qualche volta ho detto che i più piccoli non erano la priorità, perché era più importante vaccinare le persone che hanno perso l’immunità e che quindi possono ammalarsi e infettare. I bambini, anche se si infettano, non si ammalano tantissimo. Penso che la priorità siano le terze dosi. Sono due dimensione completamente diverse”. Sull’ipotesi quarta dose, “non si sa ancora niente, pensiamo prima a fare le terze”, afferma Crisanti”. Alla domanda se in futuro saranno necessari richiami periodici del vaccino anti-Covid, risponde: “Spero che non serviranno più. Ma dipenderà da come andranno le cose. È ancora presto per fare ipotesi”.