“Forse il cielo ha bisogno di angeli”. E’ solo uno dei tanti commenti dedicati da amici, colleghi e pazienti ad Angelo de Rossi, il medico 41enne di Chiuppano, residente nel Polesine, che ha perso la vita nella notte tra venerdì e sabato a causa di un terribile incidente in moto.
Il suo funerale sarà celebrato mercoledì alle 16, nella chiesa cattedrale di Adria, in provincia di Rovigo.
“Una grande persona”, la cui vita è stata troncata da un “destino inspiegabile”, mentre rientrava a casa in sella alla sua Harley con la figlia di 11 anni sul sellino posteriore. Un “destino crudele”, che per fortuna ha risparmiato la vita della bambina, che è rimasta ferita ma non ha mai rischiato di morire.
Le testimonianze di dolore per la perdita di Aldo de Rossi sono tantissime, spaziano dal “privilegio per averlo conosciuto” ai ringraziamenti per la professionalità e la grande umanità.
Anche don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha voluto esprimere la sua vicinanza al giovane medico e alla sua famiglia.
Aldo De Rossi era stato ospite del collegio dal 1997 al 2002, durante gli studi in medicina. Un bravo studente, che ha lasciato un ricordo indelebile non solo nei compagni, ma in tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui.
“Una persona gentile e premurosa – lo ha descritto don Dante Carraro – Sognava di fare il medico per servire il prossimo”.
Aldo De Rossi, specializzato in endoscopia, lavorava a Porto Viro, nel Polesine, alla casa di cura Madonna della Salute.
“Ricordo Aldo nella sua mitezza e correttezza durante gli anni di studio – ha affermato Andrea Borgato, vice direttore del Cuamm – Sempre cordiale e gentile con tutti”.
“Difficile dimenticare un compagno di collegio come Aldo, anche dopo tanti anni – hanno ricordato gli amici dei tempi del collegio Gloria e Stefano – Discreto, puntuale, di una galante educazione e grande rispetto verso l’altro. Ma ciò che ricordiamo con più piacere, in quegli anni di faticoso studio e di gioiosa condivisione, è la sua intelligente ironia e il suo brillante umorismo. Poi ci siamo persi di vista e quando sabato ci ha raggiunto la terribile notizia, è bastato un attimo perché finisse tutto. Ciao Aldo. Ci piace pensare che ora tu stia fumando la tua pipa, come ai tempi del collegio, orgoglioso di te stesso per come hai impegnato la tua vita nella professione che sognavamo di poter svolgere con onore e nel rispetto di quanto il Cuamm ci insegnava”.
A.B.