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Caltrano. Confessa il cacciatore che ha ucciso Athos. Rischia 2 anni

Ha confessato l’uccisione del suo cane Athos, freddato con 2 colpi di fucile al cranio e abbandonato tra le sterpaglie di un bosco a Caltrano e ora il proprietario A.R., cacciatore di selezione e detentore di oltre venti armi da fuoco tra fucile e pistole e con una denuncia per altri 3 reati connessi, rischia una condanna a 2 anni di reclusione.

Erano giorni che Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) chiedeva giustizia per il povero bracco italiano, la cui carcassa era stata rinvenuta la prima settimana di marzo da una fotografa naturalista parzialmente sepolta sotto alcuni sassi sul pendio del bosco in località Grengaro, lungo il torrente Astico. La donna aveva avvisato la sezione locale Enpa, che si era subito attivata per fare giustizia. Si capiva subito che Athos era stato freddato, perché un rivolo di sangue era ben visibile sul cranio del povero cane. Immediata era scattata sui social l’accusa al mondo dei cacciatori. Accusa che in molti, soprattutto nel mondo venatorio, avevano rigettato, ma che si è dimostrata vera.

“Alla fine è emerso che Athos è stato ucciso proprio da un cacciatore, come avevo sostenuto fin da subito – ha commentato Federica De Pretto, presidente Enpa della sezione Thiene-Schio, soddisfatta per la denuncia che ora pende sul capo dell’uomo e rammaricata per la triste fine di Athos – Per di più da un cacciatore di selezione, che nel sentire comune (che noi comunque non condividiamo), dovrebbero essere quelli che difendono le varie specie di animali aiutando la natura nella selezione”. Subito dopo aver appreso dell’uccisione di Athos, Federica De Pretto aveva dichiarato apertamente di essere certa che il colpevole fosse un cacciatore. Alle sue parole, oltre alle lamentele di una categoria spesso accusata dagli amanti degli animali, erano seguite addirittura minacce, con tanto di messaggio “Fai una cosa, vai a morire ammazzata”.

L’indagine

Dopo avere recuperato il corpo senza vita dell’animale e aver accertato che si trattava di un bracco italiano di 6 anni di nome Athos, di proprietà di un cittadino residente a Caltrano, gli agenti hanno provveduto a portarlo all’Istituto Zooprofilattico per l’esame autoptico che ha rivelato che ad uccidere il cane era stata una vera e propria esecuzione: due colpi di arma da fuoco sparati alla testa da distanza ravvicinata, circa cinquanta centimetri, con i due proiettili rimasti conficcati nella parte bassa del cranio dell’animale grazie ai quali è stato possibile risalire al tipo di arma utilizzata.

L’accusa

Sabato 24 marzo poco dopo le otto, le Guardie Zoofile di Enpa si sono presentate a Caltrano all’indirizzo del proprietario di Athos che è risultato essere un cacciatore. Messo alle strette e davanti ai pesanti indizi messi in luce dalle Guardie, l’uomo non ha potuto fare altro che ‘vuotare il sacco’, collaborare e farsi carico delle proprie responsabilità.

Il cacciatore A.R., detentore di oltre 20 armi da fuoco tra fucili e pistole e cacciatore di selezione, è stato denunciato dalle Guardie Zoofile alla Procura della Repubblica di Vicenza per uccisione di animale, violazione art. 544 BIS del codice penale, il quale prevede per questo tipo di reato fino a 24 mesi di reclusione, ma è anche stato denunciato per altri tre reati connessi. Nel caso di condanna spetterà alla Questura vagliare l’idoneità del soggetto all’uso e detenzione delle armi.

A.B.