Un ultimo attacco dei lupi, a danno di una manza, che racconta quanto stanno vivendo nell’altopiano di Asiago gli allevatori, con predazioni a cadenza quasi giornaliera, alle quali sembra non ci sia un fine.
L’ultima con una manza che è stata uccisa e sventrata a malga Larici di Sotto gestita dall’azienda agricola, cui fa capo Roberto Frigo. Centoventi capi per 1500 litri di latte al giorno, il frutto di un lavoro ‘sotto assedio’ di attacchi predatori, come per altri malgari.
“Questa mattina abbiamo trovato una della nostre manze sbranata dai lupi- denuncia sulla propria pagina facebook i gestori della malga – Così siamo tutelati noi malghesi dell’altopiano di Asiago….”.
Una stagione di attacchi sull’altopiano
Con l’altopiano di Asiago che sta diventando un macello a cielo aperto, con centinaia di bestie sbranate in questa ultima stagione d’alpeggio, la tensione di chi ci lavora, e ci baita, sale sempre di più. Monta la rabbia in questi allevatori, che vivono una battaglia quasi giornaliera, provocando danni. Cartina tornasole di una situazione che sfugge da ogni controllo.
Mentre la questione si dibatte sui radicollari, che verranno applicati entro la fine dell’anno a 10 esemplari per monitorarne spostamenti ed attività, o proiettili di gomma in dotazione ai carabinieri forestali, ma “nulla si potrà fare finché il ministero non scioglie il dubbio” commenta Luca Zaia, si va a concludere una stagione nefasta per gli allevatori, che richiedono maggiori misure di controllo nei confronti dei lupi.
“Chiediamo norma sulla legittima difesa dei nostri animali e pascoli”, avanza Floriano de Franceschi, presidente dell’associazione regionale allevatori del Veneto. Mettendo quindi gli allevatori nelle condizioni di proteggere il proprio bestiame, anche coi proiettili di gomma.
di Redazione AltovicentinOnline