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Zaia torna a lanciare l’allarme sicurezza. ‘Lo Stato non riesce a garantire questo diritto’

“La sicurezza è un diritto inalienabile di ogni cittadino, che lo Stato non è più in grado di garantire ai Veneti al punto che le cronache dei media, suffragate dalle statistiche, testimoniano di un vero e grave allarme sociale in atto”.

Lo denuncia il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, dicendosi “preoccupato e indignato” per i dati ministeriali sulla criminalità e per “le situazioni sempre più al limite” che emergono dalle cronache quotidiane e dalle richieste di aiuto dei cittadini.

 

“Nella Marca Trevigiana – incalza Zaia – i reati complessivi calano di un insignificante 0,3%, ma aumentano del 9,4% i furti in casa, del 6% i borseggi, addirittura del 29,4% le rapine. A che cosa sia dovuto il calo davvero non si capisce. A Vicenza aumentano tutti i delitti del 3,8% e i furti in casa del 25%, così come a Verona (più 3,1%) dove il Prefetto chiede più militari in strada. A Valeggio sul Mincio i cittadini hanno dovuto aprire una pagina facebook per aiutarsi a vicenda a controllare il loro territorio; a Legnago insorgono perché si vuole tagliare la Polfer”.

“Questo è un vero e proprio bollettino di guerra – dice il Governatore – e giustamente la gente pretende risposte, che di certo non possono venire dalla pur straordinaria abnegazione delle Forze dell’Ordine presenti sui territori, poche e mal pagate, né dalle Polizie Urbane, che pur combattono anche’esse la loro battaglia quotidiana ad armi impari. Servono più uomini e più mezzi per presidiare il territorio e le strade, perché anche la sola presenza fisica dei tutori dell’ordine è fondamentale. Lo chiediamo con forza al Governo e al Viminale, perché, a forza di tagli, la resa ai delinquenti è vicina. E se proprio non ce la fanno, che mandino l’esercito, che sarebbe certamente più utile a difendere i cittadini italiani che non ad andare in giro per il mondo in missioni perlomeno discutibili”.

“E poi – dice il Presidente del Veneto – basta scarcerazioni facili per risolvere il sovraffollamento delle carceri rimettendo i delinquenti nella condizione di delinquere, più attenzione all’ondata migratoria che può nascondere molte mele marce tra i profughi, pene più severe e certe per chi viola la legge. Infine – conclude Zaia – più attenzione alle condizioni psicologiche della gente, che è stufa. La soluzione della giustizia fai date è più vicina di quanto non si pensi. Non sarebbe una buona soluzione, sarebbe una sorta di dichiarazione di decesso dello Stato”.