Fare la pipì a Venezia può costare oltre un euro ed il biglietto del vaporetto, anche se devi fare solo due fermate ti costa 7 euro all’andata e 7 al ritorno. Entrare al Palazzo Ducale costa 18 euro. Se sei del posto entri gratis. Ci sarebbe inoltre una lampante differenza di costi per mangiare e usufruire di servizi nella città più romantica del mondo, dove, se sei veneziano, un piatto di spaghetti lo paghi normalmente, se vieni da fuori, occhio al portafogli, potrebbe costarti quanto l’oro. Per non parlare delle bottigliette d’acqua da un quarto di litro: c’è chi giura di averle acquistate anche a 5 euro.
E’ quanto emerge dal dossier presentato da un turista belga, che dopo aver visitato Venezia, ha deciso di rivolgersi alla Commissione Europea per denunciare la disparità economica tra turisti e residenti.
Secondo quanto riportato da La Stampa: ‘la Serenissima violerebbe gli articoli 12 e 49 dei trattati Ue’.
Secondo il quotidiano torinese, si tratterebbe di un caso unico in Europa.
‘Immaginate se lo facessero Parigi, Londra, Roma – denuncia il turista belga, che dopo essere stato ‘spennato’ è passato alle vie di fatto, facendo montare il caso – I trattati europei impongono libertà di circolazione e parità di trattamento per tutti i cittadini Ue. L’Italia è stata già condannata nel 2003 per i musei e i prezzi diversi in base alla nazionalità. La residenza rientra nella stessa casistica. Venezia è unica in Europa. E applica persino un suo “ius soli”, con l’ingresso gratuito ai musei civici pure per chi è solo nato in città’.
Nella denuncia viene riportato l’esempio di due famiglie (mamma, papà e due figli), una residente e una arrivata da fuori, che passano una giornata a Venezia. Prendono il vaporetto, visitano Palazzo Ducale, vanno due volte in bagno e navigano su Internet. La famiglia veneziana spenderà circa 12 euro, quella “non residente” 136. ‘Il risultato è che i costi di alcuni servizi pubblici sono scaricati sul turisti’.
Natalia Bandiera