Secondo il noto infettivologo Matteo Bassetti si tratta di un dpcm ‘fatto bene’ , che tiene conto della situazione epidemiologica delle varie realtà territoriali italiane, che sono ben diverse nei numeri del Covid 19 e che consente di agire localmente, secondo le caratteristiche di ogni regione.
In questa seconda fase di emergenza COVID-19 correlata alla nuova ondata di contagi in Italia e, ancor più, in altri paesi europei, risultano necessarie nuove regole che rendano più stringenti e più diffuse le misure di precauzione per il contenimento del virus. Questo l’intendimento del Governo anche alla luce dei contagi odierni che hanno sfondato quota 11mila con 67 morti e un significativo aumento dei ricoverati.
Dopo la proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio 2021, il recente decreto-legge 7 ottobre 2020, n. 125 e il Dpcm del 13 ottobre, il Presidente del Consiglio ha firmato stasera il nuovo decreto sulle misure di contrasto e contenimento dell’emergenza Covid-19 dopo un lungo confronto con le Regioni e un Consiglio dei Ministri piuttosto impegnativo.
Ecco i punti salienti della misura da poco annunciata in diretta dal premier Conte:
ZONE ROSSE. I sindaci possono disporre la chiusura al pubblico, dopo le 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private.
SCUOLA. Rimane la didattica in presenza come decisione fortemente voluta. In ogni sarà valutata una rimodulazione della gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani. Previa comunicazione al Ministero dell’Istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferito ai specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane comunque complementare alla didattica in presenza.
UNIVERSITÀ. Le università, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento, predispongono, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria ed, in ogni caso, nel rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca nonché sulla base del protocollo per la gestione di casi confermati e sospetti di covid-19; le disposizioni di cui alla presente lettera si applicano, per quanto compatibili, anche alle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica.
BAR E RISTORANTI. Ristoranti chiusi alle 24. Per bar, pub e altri locali non sarà possibile la vendita se non al tavolo a partire dalle 18: massimo di sei persone per tavolo. Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro». È fatto obbligo per gli esercenti di esporre all’ingresso del locale un cartello che riporti il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente , sulla base dei protocolli e delle linee guida vigenti.
SAGRE, FIERE E CONGRESSI. Sono vietate le sagre e le fiere di comunità. Restano consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale ed i congressi, previa adozione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico, e secondo misure organizzative adeguate alle dimensioni ed alle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro.
SALE GIOCHI. Le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo sono consentite dalle ore 8 alle 21. L’apertura è consentita a condizione che le Regioni e le Province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori.
PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI. Nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni di interesse pubblico; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza. Per quanto riguarda invece il capitolo smart working, il Dpcm impone alla pubblica amministrazione di far lavorare i dipendenti da casa almeno al 70%, mentre per le aziende viene fatta solo una “forte raccomandazione”.
PALESTRE E PISCINE. La decisione viene rimandata di una settimana per dare modo ai gestori di adeguarsi ai protocolli specificatamente elaborati. In assenza di un impegno concreto da parte degli operatori del settore, si procederà a chiudere senza esitazioni.
M.Z.