Brutte notizie per automobilisti e pendolari. Dal primo gennaio infatti è scattato l’aumento previsto dal Governo sui trasporti, una stangata che il Codacons quantifica in circa 1,5 miliardi di euro. Gli aumenti più considerevoli riguardano i treni (2,7% di media) e le autostrade, con picchi di addirittura 6,5 punti percentuali.
Se da una parte dunque scende il peso fiscale sulle famiglie grazie all’abolizione della Tasi dall’altra salgono nettamente i costi per spostarsi. Nel dettaglio l’aumento maggiore riguarda l’A4 nel tratto Torino-Milano, dove si registra un +6,5% nel prezzo al casello. Seguono i rincari di Strada dei Parchi +3,45%, Tangenziale Est Spa +2,10%, Autostrade per l’Italia +1,09%, Pedemontana Lombarda +1% e Ativa +0,03%. Si nota quindi che il maggior aumento effettivo riguarda API, impresa concessionaria di buona parte delle autostrade italiane. Ma non finisce qui, infatti “per le autostrade si registrano aumenti medi dello 0,86% ma – avvisa il presidente Carlo Rienzi – per molte tratte i rincari sono solo sospesi e potrebbero essere sbloccati a breve”.
Non va meglio nel settore tranviario, con un aumento medio del 2,7% sui treni veloci (Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca), che comunque non dovrebbe interessare i biglietti di classe supereconomy. Infine è aumentata di 2,5 euro anche l’addizionale comunale sui biglietti aerei, che porta la tassa a 9 euro a passeggero, 10 se si parte da Ciampino o Fiumicino. Accanto ad autostrade, aerei e treni il Codacons prevede inoltre per il 2016 aumenti per tutto il comparto dei trasporti (traghetti, mezzi pubblici, taxi, navi), denunciando “l’aggravio di spesa per le tasche delle famiglie italiane”.
F.P.