Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo torna l’ora legale. Lancette degli orologi avanti di un’ora per giornate ancora più lunghe, ma si dormirà di meno.
Inizia così l’orario estivo che durerà sette mesi, fino a domenica 29 ottobre, che porterà benefici e dazi che rendono democraticamente amata-odiata l’ora legale.
Perché si cambia l’ora? Ogni primavera, dal 1916, si passa all’ora legale per ottimizzare l’uso della luce del sole con conseguente risparmio energetico e riduzione di emissioni di anidride carbonica. Secondo i dati forniti da Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, ogni anno di ha un notevole risparmio dovuto al cambio dell’ora: nel 2016, durante il periodo di ora legale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 573 milioni di kilowattora, pari a circa 90 milioni di euro.
Effetti sull’umore. Se la possibilità di sfruttare al meglio la luce del sole fino al tardo pomeriggio, con un risparmio sulla bolletta della luce, è uno dei vantaggi più graditi generano qualche malumore i 60 minuti in meno di sonno. Un disagio che viene ben presto smaltito dall’organismo nel giro di pochi giorni, adattando il bioritmo all’orario estivo, beneficiando dell’ora in più di luce a fine giornata che influisce positivamente sull’umore.