di Alessandro Ragazzo
Facciamo un gioco, in perfetto stile quiz. Provate a rispondere nella vostra mente a queste domande: quanto vale la vita di un (qualsiasi) ragazzo? Tutti (sottolineo tutti) hanno diritto a essere soccorsi e curati in caso d’incidente oppure si devono fare delle differenze? Ancora: sui social si può insultare liberamente oppure si va incontro a dei rischi? E perché si offende? Perché insegnare (non giudicare, insegnare) il lavoro a una persona, quando nella vita si fa tutt’altro? In tutta onestà, di domande simili se ne potrebbero fare altre dieci, cento, mille ma già bastano e avanzano per alcune considerazioni sui cosiddetti “leoni, o leonesse, da tastiera”, i professionisti dell’odio gratuito, sport preferito da molti (troppi), incuranti dei rischi che si corrono, dimostrando ignoranza e maleducazione. I social sono un ottimo strumento di democrazia, di confronto, di arricchimento. Quando ci si prende a male parole, beh, allora le cose cambiano.
Sull’invito ad andare a pulire i gabinetti (per altro mestiere nobilissimo come qualsiasi altra professione), con che diritto si offende? Perché si devono mettere in dubbio le capacità altrui sempre e comunque? Chi si permette d’insegnare al dentista come curare una carie quando manco si sa com’è fatta una pinza? Forse il dentista ha studiato, e molti anni, per prendere in mano quella pinza per farti guarire. Beh, che si voglia o no, anche per fare il maltrattato mestiere del giornalista si deve studiare, c’è un esame da superare, ci sono delle tappe da superare, ci sono parecchie cose da sapere e ci si deve aggiornare. C’è qualche pecora nera che fa male il proprio lavoro? C’è in tutte le categorie, senza essere ipocriti e fare le vergini. Si sbaglia? Chi è senza peccato, scagli la prima pietra.
Se foste voi gli insultati sui social, come reagireste? Vi farebbe piacere? Sfido chiunque a rispondere: “Sì, voglio essere insultato”. Invece sui social è lecita ogni cosa. Eh no, non è proprio così, perché ci sono sentenze a riguardo e basta leggere per informarsi, anziché sparare verdetti senza manco sapere di cosa si parla.
A proposito, il ladro/ragazzo ruzzolato nel bosco era tunisino. Come la mettiamo? Forse era questo il dettaglio che tutti volevano sapere e ha fatto arrabbiare alcuni commentatori che non tollerano che si possa provare pietas umana per chi ha il colore della pelle diverso dal nostro? Forse è questo il punto. Noi della redazione di AltovicentinOnline avevamo saputo solo che si trattava di un ladro molto giovane, sfuggito alla cattura dei carabinieri e finito nel burrone, dal quale è stato poi, salvato dall’elisoccorso. Perdonateci se pensando a un ragazzo non abbiamo ipotizzato che potesse essere tunisino. Scusateci cari tuttologi del web, se abbiamo solo pensato che fosse in fin di vita un giovane che potesse essere nostro figlio. Perdonateci se non abbiamo ricercato i particolari morbosi di una vicenda che ci ha condizionati emotivamente. E visto che ci siamo, perdonate pure il Soccorso Alpino per aver salvato la vita a una persona, che poi si è saputo essere un ladro.
Alessandro Ragazzo