“Che io sia un galantuomo lo dimostrerò nelle aule di giustizia e nelle sedi opportune”. Ne è convinto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, intervenuto oggi sul terremoto politico-giudiziario che ha investito la città, e lui per primo, prendendo la parola in Città metropolitana. A tutte le questioni in ballo dice di non poter rispondere puntualmente ora (“Ci sono persone indagate e altri fatti che io personalmente non conosco, e credo che non si possa certo rispondere a questo tipo di domande in un momento del genere anche per rispetto della magistratura e degli altri indagati che giustamente dovranno difendersi”), ma evidenzia che per quel che lo riguarda “le questioni sono sempre le stesse: la proprietà dei Pili, la gestione del Trust… Il palazzo Papadopoli è stato aggiunto, cosa di cui non so nulla. Abbiamo deciso di venderlo con le procedure, ho detto soltanto che dovevamo venderlo e ne faccio un titolo di orgoglio l’aver venduto cose che non si riuscivano a vendere” sapendo poi che “i soldi li abbiamo utilizzati nel bilancio del Comune”. Sulle procedure “adesso c’è la magistratura e andrà a controllare tutto, e fa benissimo”. Passaggio anche sulla società di basket, la Reyer Venezia. “Resta la mia passione, il cuore. Non c’è dubbio che mi arrabbio o gioisco se perdo o vinco, ma mai e poi mai mi sarei immaginato o ho pensato di fare pressioni su chicchessia per sponsorizzare la Reyer. Lo dico per togliere tutto quello che ho letto sui giornali, poi se ne usciranno altre risponderò di quelle”. Ma la “cosa che mi interessa di più sarà affrontare il tema politico. Lo voglio fare però con la tranquillità” che secondo Brugnaro serve, e quindi “dopo che gli indagati, le persone, e le situazioni si sono un attimino decantate e si è capito bene di cosa stiamo parlando”. Appuntamento dunque l’8 settembre in Consiglio comunale.

Brugnaro, contestando l’atteggiamento dei suoi rivali politici, spera di riuscire a “fare un discorso serio senza gente che urla” mentre ora, dice, “l’assenza su questi banchi la dice lunga su quanto oggi qualcuno gridi ‘Barabba, Barabba’. Sapevo benissimo che il ruolo era complicato”, ma “non pensavo che di dover aver queste amarezze. Per una persona onesta è un colpo che non auguro a nessuno neanche ai signori che non ci sono” per protesta con uno stile che, a suo dire, non denota rispetto per la politica nè per la magistratura. Ad ogni modo, “loro facciano quello che credono, io mi presenterò l’8 settembre per spiegare la situazione politica”, ribadisce.

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