Un fiume di parolacce e di volgarità gratuita: è polemica per l’ennesima intemerata (stavolta clamorosa quanto meno perchè fuori contesto) di Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte, che è sottosegretario alla Cultura del governo Meloni, non è nuovo al turpiloquio e ha tante volte fatto uscite foriere di polemiche. L’ultima è quella di ieri sera, quando è salito sul palco del museo Maxxi di Roma, in occasione dell’inaugurazione della stagione estiva. Intervistato da Morgan, si è lasciato sfuggire innumerevoli parolacce ed espressioni volgari, lasciando attoniti gli spettatori. Sul palco c’era anche il neo presidente del museo, Alessandro Giuli, a tratti visibilmente imbarazzato.
La serata ha avuto strascichi : 49 dipendenti del Maxxi hanno scritto una lettera di protesta al neodirettore Giuli, per esprimere rimostranze per quanto accaduto ieri sera. E il Pd, in una nota, denuncia il fatto che il neodirettore avrebbe convocato oggi alcuni lavoratori e avrebbe usato nei loro confronti “toni intimidatori“.
Ma intanto vediamo i fatti. E soprattutto le parole. In rete circola un video che riprende alcuni spezzoni dell’intervista di Sgarbi, quelli ‘inciminati’ in cui il critico d’arte proferisce parolacce a ruota libera. Uno è un passaggio che Sgarbi dedica a Berlusconi e attacca i magistrati: Sgarbi ricorda la “predilezione” dell’ex premier per Mariano Apicella e dice che il cantante è stato “poi condannato per queste storie di figa, uno che suona viene condannato, si capisce per la figa, cose impressionanti, i magistrati fanno così“.
La telefonata con il fiume di parolacce”
Poi riceve una telefonata, è un numero sconosciuto: “Chi cazzo vuoi, ma chi cazzo sei, coglione testa di cazzo“, dice alla cornetta mentre è sul palco. Sgarbi avvicina il telefono al microfono e si sente una voce arrabbiatissima che grida “Passami Morgan“. Sgarbi, prima di ricominciare con gli improperi, dice: “Ma chi sei, Valsecchi?”. E poi: “No, no, non sei nessuno”. La scenetta appare, boh, come una gag, e molti spettatori ridono. Chissà se lo è.
La prostata
Un’altra valanga di parolacce vanno in scena quando Sgarbi si mette a parlare di malattie e in particolare della prostata. “C’è un momento dfella vita in cui conosciamo un solo organo, il cazzo (e Morgan qui dice: “Sta citando Moravia, eh, non è una cosa volgare”). Poi dopo i 60 anni conosci altri organi, come il colon, il pancreas, la prostata. Io non sapevo neanche cosa fosse sta prostata, mai incontrata, a un certo punto sui 67 appare la prostata. A un certo punto tu devi fare i conti con questa troia puttana di merda che non ha mai incontrato. Il cazzo se ne va e arriva la prostata”.
Sul Corriere della Sera, il sottosegretario alla Cultura del Governo Italiano parla di un attacco dei radical chic, che vogliono censurarlo. “Se mi dimetto? Ahahahah, ma non scherziamo. Anzi rivendico tutto quello che ho fatto e detto. Se dovessi accettare il ricatto di alcuni dipendenti del Maxxi staremmo freschi”. Ho solo fatto Marcord, allora censuriamo anche Mozart. Glielo spiego io: siccome Giuli è di destra, questi signori radical chic ne hanno approfittato per strumentalizzare questa cosa”.
E va bene che è un uomo di cultura, di straordinaria intelligenza. Va bene che è un critico d’arte che fa la differenza, ma quando è troppo è troppo! E poi puntiamo il dito con facilità contro i nostri giovani, a cui non perdoniamo niente solo per scagionare chi fa peggio. Con chi è adulto e vaccinato ed ha il dovere di mantenere il controllo. Con chi siede sugli scranni più alti della politica che governa. Ci saranno provvedimenti per lui? Certo che no, altrimenti che Italia Bellezza saremmo?